Della Ricca: “Morti bianche, agire con urgenza”
Il fenomeno delle cosiddette "morti bianche" risulta essere così allarmante da turbare la nostra coscienza di cittadini/e. Rappresenta la spia drammaticamente accesa di un malessere diffuso dell’intera società, che pochi di noi sono disposti a tollerare.
L’ultimo gravissimo caso accaduto nella nostra regione è la morte dell’operaia quarantaduenne, Manuela Ballico, travolta da un muletto in una ditta di Attimis.
Gli infortuni sul lavoro al femminile sono l’altra metà del fenomeno delle cosiddette morti bianche”.
Improvvisamente e traumaticamente la donna vittima di un infortunio sul lavoro sperimenta sul proprio corpo “ferite” che vanno al di là della lesione vera e propria e costituiscono un’irreversibile offesa dell’immagine corporea che richiede, per una nuova integrazione, un impegno lungo, costante e spesso molto travagliato.
Non tutti sanno, infatti, che il 55 per cento delle donne infortunate sul luogo di lavoro abbandona la sede in cui si è verificato l’incidente; nella maggior parte dei casi, la lavoratrice non è più in grado di ritornare a svolgere la normale attività lavorativa che svolgeva prima dell’infortunio, e molte di queste lavoratrici non riescono a trovare altra occupazione.
Di fatto, il mancato reinserimento lavorativo è una delle peggiori e drammatiche ripercussioni di un incidente avvenuto durante l’attività lavorativa.
La CISL, e in particolare il Coordinamento Donne, è impegnata sul tema della sicurezza sul luogo di lavoro aspetto su cui, per le donne, si evidenzia un notevole ritardo e che, secondo quanto riportano dai studi recenti, vede le donne subire due volte meno infortuni ma due volte di più malattie professionali, generalmente collegate allo stress, tra cui quello connesso a molestie sessuali e a discriminazioni legate al genere. In particolare emerge il problema del doppio carico di lavoro e soprattutto di fatica mentale, fatica e stress a discapito delle donne che, sempre più spesso, si trovano ad operare in luoghi di lavoro costruiti e organizzati ignorando completamente le specificità femminili.
Di qui l’esigenza
– di porre il tema della sicurezza per le donne quale strumento di conciliazione nei processi di contrattazione di II° livello.
– di preveder la presenza sul luogo di lavoro di Rappresentanti per la Sicurezza donna, tendenzialmente più attente alle peculiarità di genere.
– di valorizzare la attività de patronati quali centri di assistenza per tutte le situazioni di infortunio.
E’, infine, strategica la scelta di rafforzare la rete operativa sulla sicurezza tra gli enti pubblici preposti (ASS, DPL, INAIL), le Associazioni imprenditoriali e le OO.SS., con l’obiettivo di rafforzare la cultura di genere in materia di sicurezza a tutti i livelli.
Renata Della Ricca
Coordinatrice Donne Cisl
Udine