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L’APPELLO DI SINDACATO E IMPRENDITORI: L’IMPERATIVO E’ TENERE APERTE LE FABBRICHE

Stamattina a Sesto al Reghena la tavola rotonda organizzata dalla Cisl Fvg,  con il segretario nazionale aggiunto, Luigi Sbarra, in visita anche alla Lean Experience Factory 4.0, realtà territoriale di eccellenza. “Fondamentale riattivare il confronto con la Regione, a partire dal tavolo sanità”

L’appello univoco di Sindacato e imprenditori rivolto alla Regione, oggi dalla tavola rotonda “Evoluzioni. Cambiare per il futuro” promossa dalla Cisl Fvg a Sesto al Reghena (con il governatore Fedriga e il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Agrusti), è quello di assicurare che le fabbriche, nonostante la ripresa della pandemia, possano rimanere aperte. Un altro lockdown sarebbe, infatti, disastroso per il Friuli Venezia Giulia, che, dal punto di vista occupazione, rischia di retrocedere ai livelli della crisi del 2008. “Questo accadrà – va dritto al punto il segretario regionale della Cisl Fvg, Alberto Monticco – se non sapremo attivare subito strumenti efficaci di medio lungo-periodo, adottando una strategia complessiva e non solo emergenziale. Bene, come prima risposta il disegno di legge regionale 105, che va finalmente ad aggiornare la legge sul Buon Lavoro, ma ora occorre spingere anche su nuove ed inedite misure di crescita e di sviluppo, nei settori privato e pubblico, per mantenere salda la produttività e i lavoratori ancorati ad aziende sostenute dal territorio e dalle sue istituzioni”. Se non sarà così, dobbiamo mettere in conto che i livelli di povertà, già allarmanti, andranno a crescere ulteriormente e molte famiglie entreranno in crisi, con il portafoglio sempre più vuoto. Di qui la necessità incalzante di riattivare un “confronto proficuo” con la Regione, a partire dal tavolo sulla sanità, strettamente agganciato a quello del lavoro. Senza tutela della salute, infatti, è fortemente a rischio anche la tenuta del sistema produttivo. Ecco perché, ad esempio – incalza Monticco nel suo intervento – bisogna utilizzare in modo veloce e accurato gli oltre 25 milioni già devoluti dal governo centrale, innanzitutto per implementare i posti letto nelle terapie intensive, ma anche elaborare e condividere un piano strutturato (che riguardi anche le case di riposo) nel malaugurato caso in cui la pandemia dovesse tornare di proporzioni preoccupanti. “Per questo vogliamo andare avanti anche sulla strada dei protocolli già sottoscritti di vaccinazione all’interno dei luoghi di lavoro, confidando che il vaccino possa essere reso disponibile davvero per tutti”.

La creazione di buon lavoro, messo a dura prova da una pandemia che ha portato a galla tutte le fragilità del nostro modello di sviluppo, è al centro anche dell’attenzione del segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Perché le aziende tornino ad assumere e trovino profili qualificati servono investimenti pubblici e privati; bisogna costruire reti materiali e sociali che colmino le distanze dagli altri Paesi; vanno rilanciati ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico, ma anche ammodernato il tessuto produttivo allineandolo alle esigenze di lavoro e impresa 4.0, con una nuova politica industriale accessibile anche alle pmi. Occorre, poi, promuovere il passaggio alle economie circolari, e realizzare una equa transizione digitale e verde, accanto ad un poderoso piano su occupabilità e riallineamento delle competenze” – spiega nel dettaglio Sbarra. Sarà un “autunno rovente” per Sbarra che spinge pragmaticamente sulla “costruzione di  politiche attive ben saldate ad ammortizzatori semplificati, mutualistici, universali”. Questo significa reintrodurre l’Assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi, potenziare gli organici dei Centri per l’impiego, connetterli alle banche dati e alla rete viva della sussidiarietà, costruire sistemi territoriali che facciano incontrare aziende, scuole, ITS e università. Uno sforzo ben superiore a quello prodotto finora con il reddito di cittadinanza, che ad oggi, ha di fatto solo erogato sussidi di povertà. Banco di prova decisivo – per il segretario generale aggiunto – sarà anche quello su uno smart-working, da restituire alle relazioni industriali, attraverso la sigla di un accordo trilaterale per costruire affidamenti su autonomia del lavoratore, salario e orario, formazione, volontarietà, diritti alla privacy e alla disconnessione. Relazioni industriali e partecipazioni che saranno la chiave di volta per affrontare i cambiamenti imposti dal Covid. “La fase attuale – sostiene, infatti, Sbarra – assegna un ruolo determinante alla contrattazione e alla possibilità di costruire accordi innovativi e sfidanti sotto il profilo dei salari, della produttività, dell’organizzazione del lavoro. Gli accordi vanno avvicinati alla persona, sviluppando il secondo livello senza disarticolare il primo, rispettando i precetti del Patto per la Fabbrica e sviluppando un welfare negoziato, “portatile” e dal forte impianto sociale”.  Il primo vero test, in questo senso, sarà anche l’utilizzo del MES e la gestione del recovery plan”.“Finora il dialogo con il Governo è stato debole e discontinuo” – prosegue Sbarra. “Su questi temi, dopo la “passerella” degli Stati Generali non c’è stato più un momento di confronto vero. Da qualche giorno abbiamo linee di indirizzo titolate alla Presidenza del Consiglio nel Piano Nazionale di Rilancio. Il documento – che va presentato all’Europa entro ottobre – è in sé una lunga carrellata di proposte in cui manca però una vera valutazione d’impatto su occupazione e sviluppo.  Lacuna determinante considerando che l’Europa condizionerà a questa analisi l’erogazione dei fondi”.  “Come Cisl – conclude – crediamo sia arrivato il momento di dare spazio a una grande svolta sulla partecipazione con modelli contrattuali e di sostegno legislativo che assegnino ai lavora-tori un ruolo sempre maggiore nelle decisioni strategiche d’impresa”.