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8 MARZO: DONNE EQUILIBRISTE, TRA LAVORO E FAMIGLIA

Stando ai dati dell’Istat, il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il 49,2%, ma l’Italia resta comunque penultima nella classifica europea sulla quota delle donne che lavorano. Così come resta difficile conciliare impegni familiari e lavorativi, specialmente per madri italiane definite “equilibriste” dal Rapporto “Save the children”.

Al lavoro domestico.  nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni, le donne dedicano 3 ore e 25 minuti al giorno, contro un’ora e 22 minuti degli uomini. Lo stesso vale per il lavoro riservato alla cura dei familiari conviventi, in particolare dei figli fino a 17 anni: 2 ore e 16 minuti al giorno è il tempo impiegato dalle donne, contro un’ora e 29 minuti degli uomini.

Secondo Eurostat, poi, oltre al carico di lavoro a casa, in media superiore a quello degli uomini, le difficoltà lavorative delle donne, nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 49 anni, aumentano in corrispondenza dell’aumento del numero di figli e a questo incremento corrisponde una diminuzione del tasso di occupazione: dal 62,2% per le donne italiane senza figli si scende al 58,4% per le donne con un figlio (percentuale ben lontana dalla media europea, pari al 72,5%), fino ad arrivare al 41,4% nel caso di donne con tre e più figli, dimostrando così come la situazione del lavoro femminile in Italia sia ancora fortemente connessa a quella familiare.

Di più. I rapporti 2017 rivelano che il 30% delle donne occupate ha abbandonato il lavoro dopo la gravidanza, soprattutto (13.854 casi) a causa della “difficoltà a conciliare il lavoro e le esigenze di cura dei figli” e il  che il 78% delle dimissioni volontarie ha riguardato le madri lavoratrici.

Se i dati dati relativi alle interruzioni del rapporto di lavoro non volontarie e alle pratiche illegali portate avanti (per troppo tempo) da molti datori di lavoro attraverso le diffuse dimissioni in bianco rimangono più sotterranei, è il rapporto di Save the Children a dare la misura di quello che rappresenta un odioso ricatto:l’8,7% delle madri lavoratrici o che hanno lavorato in passato ha dichiarato, infatti, di aver subito un licenziamento oppure di essere stato costretto a dimettersi a causa di una gravidanza.

Proprio per cercare di combattere le dimissioni imposte dai datori di lavoro, da marzo 2016 – grazie anche all’importante lavoro svolto dal Coordinamento Donne della Cisl – è prevista la consegna delle dimissioni volontarie e di fine rapporto lavorativo esclusivamente per via telematica, partendo dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, secondo il Decreto Legislativo n.151/2015.