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Tavolo di crisi – giovedì 11 febbraio 2010

Tenuto conto del breve tempo a disposizione, mi soffermerò su alcuni punti ritenuti fondamentali per la Cisl del Friuli-Venezia Giulia.

Tutti sappiamo che la crisi che stiamo attraversando ha determinato le peggiori condizioni economiche degli ultimi 30 anni: si tratta di una crisi che, come Cisl, abbiamo ribadito più volte pretende l’attivazione di strumenti straordinari. Tuttavia riteniamo anche che, accanto agli strumenti  necessari a traghettarci fuori da questa situazione e favorire la ripresa, occorra mettere in campo una strategia, e quindi politiche, ad ampio raggio per disegnare oggi il futuro della nostra regione.

Per la Cisl che rappresento, questa strategia prevede una serie di interventi a 360 gradi, volti, appunto, a sanare il contingente, pensando al futuro e non solo all’immediato. Fa bene il Consiglio con questa iniziativa per stimolare la discussione sulla crisi, in attesa del tavolo sollecitato da tempo!

Cominciando dall’oggi, ferma restando la sostanziale positività dell’azione della Giunta, occorre verificare sotto il profilo delle risorse disponibili per il 2010 il sistema degli ammortizzatori sociali, monitorando la loro applicazione, ma anche potenziare lo strumento dei contratti di solidarietà. Sia gli ammortizzatori sociali, sia i contratti di solidarietà – voci sulle quali la Cisl si è spesa con grande determinazione – rappresentano, infatti, lo strumento fondamentale per tenere legati i lavoratori al posto di lavoro, che è la nostra priorità, accanto alle realizzazione della democrazia economica all’interno delle imprese.

Tuttavia riteniamo anche che laddove non sia possibile mantenere i posti di lavoro, la risposta  stia in efficaci politiche attive da implementare, anche prevedendo eventuali forme di sostegno al reddito (e qui apprezziamo l’intervento a favore dei co.co.pro). Politiche attive del lavoro in grado di affrontare con decisione il reinserimento dei lavoratori over 45, delle donne e degli immigrati, attraverso l’aggiornamento, la riqualificazione e ricollocazione professionale delle fasce più deboli e a rischio espulsione dal mercato dal mercato del lavoro. Non dimentichiamoci che c’è un’ipotetica platea di 20mila soggetti che vanno tutelati e preservati dal disagio sociale.

La formazione e l’orientamento – e qui riteniamo che questa delega vada ricongiunta a quella del Lavoro – devono costituire un obiettivo primario della nostra azione: solo attraverso la formazione continua, tarata sui fabbisogni occupazionali del territorio, si garantisce la stabilità del mercato del lavoro, oltre ad aumentare la capacità competitiva delle nostre aziende.

Rilanciare il tessuto produttivo secondo noi significa puntare la nostra attenzione sul manifatturiero, che maggiormente ha sofferto l’impatto della crisi. E’ chiaro che il manifatturiero rappresenta l’ossatura della nostra economia e per questo va salvaguardato (naturalmente innovando prodotti e processi) con gli strumenti a disposizione, partendo anche da una riorganizzazione organica dell’Assessorato alle Attività Produttive e la creazione di un Assessorato dedicato all’Industria.

Il rilancio del territorio non prescinde anche da un ripensamento dei livelli amministrativi, che così come articolati oggi, sacrificano l’efficienza e l’efficacia dell’intero sistema e che, dunque – a nostro avviso – andrebbero semplificati.

Sul fronte sociale come Cisl ribadiamo l’impegno nei confronti delle famiglie, creando i presupposti per un sostegno al reddito, che non può risolversi nella sola carta famiglia, ed abbassando le tasse a lavoratori e pensionati. Di qui, tra l’altro, l’iniziativa della Cisl a favore di una riforma fiscale che riguardi Irap, Irpef ed addizionali, una riforma che porti ad una ridistribuzione della ricchezza equa e solidale.

 Il sostegno alle famiglie, e che si riconduce anche al tema del disagio sociale che questa crisi sta amplificando, riguarda pure la sanità e l’assistenza, in particolare. Pensiamo a tutte quelle famiglie che hanno anziani non autosufficienti a carico, per fare l’esempio più macroscopico. Per sostenere queste famiglie, ma non solo occorrono servizi territoriali efficaci ed efficienti ed una netta distinzione tra sanità e politiche socio-assistenziali, attraverso un riordino delle deleghe.

Resta, poi, la visione del futuro: se la nostra regione si pretende baricentro non solo geografico della nuova Europa, occorre potenziare ancora di più le infrastrutture, spingere sulle partite strategiche del Corridoio 5 e della rete portuale, creando quel “sistema” che oggi ancora manca. Ed occorre creare una forte azione di marketing del territorio che – da un lato – incentivi gli imprenditori ad investire da noi e – dall’altro – mantenga la testa delle nostre grandi aziende in regione.