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PORDENONE, “TERRA DI MEZZO”, TORNI LUOGO DI SCELTE

Al via il XII congresso della Cisl di Pordenone: da stamani in oltre 200 delegati e numerosi ospiti – dal segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, al presidente della Provincia, Alessandro Ciriani – hanno affollato le sale del Seminario per fare il punto condiviso sulla situazione del territorio e – domani – eleggere il nuovo timoniere del Sindacato locale. "Il nostro congresso – esordisce subito l’uscente e ricandidato Arturo Pellizzon – cade in un momento molto difficile per l’economia ed il territorio; un momento che impone scelte strategiche non più procrastinabili e soprattutto intersettoriali". Preoccupa, infatti, l’andamento del lavoro – più di 8mila 500 sono i disoccupati sul territorio e oltre 4mila i lavoratori in mobilità – unitamente alla crescita della precarietà e all’assenza di un futuro occupazione per i più giovani. Di fronte a questo scanario – confermato anche dalla ricerca commissionata dalla Cisl all’Istituto vicentino Poster (segue la sintesi) – occorre formulare al più presto una visione chiara delle prosepettive. "Possiamo – si domanda Pellizzon – restare una provincia manifatturiera senza grandi industrie?" "Dobbiamo – incalza – difendere quello che rimande e rinforzare il ruolo e il tessuto imprenditoriale pordenonese, che sappiamo quanto vale: è da qui che parte e si esporta innovazione. Noi siamo pronti e chiediamo alleanze per svegliare dal loro torpore le istituzioni pubbliche" (bene, invece, l’operato della Provincia sul fronte lavoro ed occupazione). Le buone prassi non mancano, come dimostra i ricordato Patto per lo sviluppo siglato con le altre sigle sindacali e Unindustria. "I buoni modelli non ci mancano" – commenta il segretario cislino, invitando a continuare ad essere protagonisti di innovazione anche nelle relazioni sindacali e con la parte datoriale. Appello, dunque, a fare ancor più contrattazione, anche di II livello, come leva per miglioare le relazioni, le performance aziendali, produttività e retribuzioni. Ma patti e accordi vanno stretti anche sul territorio, con gli ambiti urbani, con i Comuni per ricalibrare, ad esempio, l’offerta di servizi alle famiglie e agli anziani, ma anche per contrastare l’evasione fiscale, piaga che affligge anche la destra Tagliamento. Per Pellizzon al territorio servono, dunque, "cervello e cuore"; ma anche coraggio: quello, che forse è mancato e ha portato all"asfissia" diversi settori. Così le infrastrutture con il carcere, l’ospedale, le strade al palo da decenni. "E’ possibile – si domanda ancora i sindacalista cislino – cantierare intanto i piccoli lavori che attendiamo da tempo, in scuole ed edifici pubblici, nelle strutture sanitarie e tutti quegli interventi necessari a mettere in sicurezza il territorio?". "Purtroppo da noi – conclude Pellizzon – la classe dirigente (trasversale a tutti i partiti politici" sembra venir colta sempre da una sorte di malore quando si tratta di scegliere per la convenienza di questo territorio". Eppure – per la Cisl – si potrebbe fare, eccome, intanto cominciando a indurre le banche e sistemi finanziari ad investire non su pezzi di carta, ma su opportunità reali di lavoro e di rescita economica per tutti.

Ufficio stampa Cisl Fvg

Segue sintesi ricerca Istituto Poster

Lo rivela la ricerca curata dall’Istituto vicentino Poster
CISL PORDENONE, IL FUTURO E’ LA "MACROFILIERA CASA"
Ma cresce sul territorio la paura per la perdita del lavoro e per i giovani

Non occorre che il territorio di Pordenone vada a caccia di nuove vocazioni: il futuro è già segnato. Il sistema manifatturiero – traino dell’economia locale – può contare su un settore forte, vitale e dalla buone prospettive, vale a dire la "macrofiliera casa". A rivelarlo è un’indagine commissionata dalla Cisl provinciale all’Istituto di ricerca vicentino Poster e presentata in anteprima stamani nel corso dei lavori del XII congresso sindacale.

Secondo l’indagine, infatti, la macrofiliera in questione (bianco/mobile/costruzioni) – che conta quasi 28 mila addetti e muove un volume di affari annuo superiore ai 6 miliardi – resta, dunque, la scommessa vincente. Non senza però – chiarisce la Cisl – investimenti che guardino al green, alla domotica, al recupero dei materiali, alle connessioni tecnologiche.

Puntando su un settore che complessivamente inteso ha tenuto meglio degli altri possono arrivare risposte concrete ad una crisi che continua a spevantare.

Lo dimostra sempre l’indagine curata da Poster. Stando alle interviste realizzate su un campione di circa 550 delegati cislini, la preoccupazione più alta (72,8% delle risposte) riguarda la perdita del posto di lavoro, seguita dal problema della disoccupazione giovanile (69,1%). Comunque alti – superiori al 40% – i timori legati alla precarietà e alle crisi aziendali. Sul fronte del cd. "malessere sociale" è sempre il futuro dei giovani a tenere alto il livello della tensione (76,8% delle risposte raccolte), ma anche il costo della vita (73,8%) con il conseguente declino dell’economia locale (53,6%). Intorno al 30% il malessere legato alla svalutazione del lavoro e al peggioramento dei servizi pubblici.

Per contro, sono chiari per i lavoratori intervistati, i valori cui puntare per battere la crisi: professionalità (/49,5%), innovazione (47,5%), qualità della vita (42,5%), solidarietà (36,4%), seguiti anche dalla cultura ambientale e dalla coesione sociale.

Eppure – emerge dall’indagine – le strade perseguite dalle imprese, almeno dalla percezione degli intervistati, risultano altre, su tutte la riduzione dei costi, voce che accomuna sia le imprese industriali che quelle di servizi. Con una discrepanza, però: secondo gli intervistati le strategie delle imprese industriali contemplano anche lo sviluppo di nuovi mercati e il lancio di nuovi prodotti, mentre quelle di servizi sembrano guardare più al ridimensionamento del personale e alla riduzione dei punti vendita. Tanto che – stando sempre alle risposte acquisite del campione cislino – la situazione delle aziende industriali viene giudicata pressochè stabile, in peggiornamento, invece, quella delle aziende di servizi.

Considerazioni anche sulla qualità della vita: buoni/accettabili i parametri che riguardano aria, acqua, rifiuti e territorio; meno le valutazioni ad esempio sui servizi lavoro, giudicati carenti ed inadeguati dal 65,5% del campione intervistato e sui servizi di mobilitaà, agli anziani, ai disabili e ai giovani, considerati addirittra mediocri o gravi rispettivamente dak 60,8%, 58,2%, 45,5% e 50,5% degli interpellati.
Pordenone, 15 marzo 2013

ufficio stampa cisl fvg