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WARTSILA, IL SISTEMA EUROPEO BANDISCA LA MULTINAZIONALE FINLANDESE DALLE PROPRIE RETI COMMERCIALI

Intervento del Segretario Generale Cisl Fvg, Alberto Monticco sulla vicenda Wartsila di Trieste.

Condivido appieno l’editoriale del direttore de “Il Piccolo” in cui chiede alla città di Trieste di dare una risposta: l’annucio dello stop alla produzione di Wartsila Italia è l’ennesimo atto, vigliacco e subdolo, della multinazionale finlandese che maschera in questo modo il vero obiettivo di questa operazione: la chiusura totale dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra. Soltanto dei vigliacchi (o, se in buona fede, degli incompetenti) possono pensare di far credere che uno stabilimento industriale di mq.155.000 di cui circa 85.000 coperti, con 970 dipendenti e circa 350/400 lavoratori dell’indotto, che quotidianamente varcano i cancelli, possa continuare tranquillamente ad operare senza la possibilità di avere al suo interno una parte produttiva, e spalmando i costi fissi su metà personale. E soltanto dei vigliacchi, dopo anni di problematiche superate grazie al sacrificio dei lavoratori, alla responsabilità delle parti sociali (OO.SS e Confindustria), e del supporto del “Sistema Paese Italia”, dopo anni di promesse, possono avere la faccia tosta di presentarsi alle 8.00 di mattina con la procedura di legge per i licenziamenti già attivata. E quando nelle nostre vicende nazionali ci mettiamo a criticare gli atteggiamenti del nostro apparato politico, non possiamo, in questo caso, non evidenziare l’inaffidabilità del governo finlandese che, soltanto pochi giorni fa per bocca del ministro dell’industria, aveva garantito al nostro governo la continuità produttiva di Wartsila Italia. Cosa fare a questo punto? È stato importante ieri, poco dopo l’annuncio della chiusura, vedere fuori dai cancelli il presidente di Confidustra Alto Adriatico e l’Assessore Regionale al Lavoro, così come sono state importanti tutte le manifestazioni di solidarietà che RSU e lavoratori hanno ricevuto al presidio davanti ai cancelli aziendali: ma dobbiamo vedere come andare avanti. Come OO.SS credo si debba impostare una trattativa che parta da questi punti irrinunciabili:

  • Ritiro della procedura
  • Nessun licenziamento
  • Conferma del ruolo e della intera missione dello stabilimento triestino, partendo proprio dalla parte produttiva

Come “Sistema Paese”, credo si debba partire e si debba valorizzare la posizione forte presa dal Presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga: “….auspico che l’intero comparto produttivo italiano chiuda con essa ogni tipo di rapporto. Come può infatti pensare un cliente di questa azienda di avere dei rapporti garantiti con chi mente e fa l’opposto rispetto agli impegni presi?

È chiaro che non è una posizione semplice ma credo che sia la posizione necessaria anche per scoraggiare comportamenti emulativi futuri da parte di altre multinazionali (poi sui rapporti con le multinazionali, sul ruolo dell’Europa nella gestione delle crisi industriali, su come evitare i dumping, almeno fra Stati appartenenti alla UE…..troveremo il tempo e il modo di iniziare a parlarne), anche con un coinvolgimento della CES – Confederazione dei Sindacati Europei – oltre che dello stesso Parlamento Europeo: la rappresentazione di questi comportamenti, inadeguati, inaffidabili e falsi da parte della multinazionale, e del governo finlandese, devono varcare i confini della comunicazione locale e diventare di un dominio più ampio e pubblico possibile, in modo da mettere in discussione il disegno industriale e finanziario complessivo agli occhi degli investitori.

Chiaro che è una posizione che ci aspettiamo venga raccolta in primis da gruppi come FINCANTIERI, auspicando che non solo non vengano sottoscritti nuovi ordini, ma che vengano messi in discussione gli ordini attualmente in essere.

Poco male se ci fossero dei prezzi da pagare: il “sistema Paese” non può permettersi di perdere gratuitamente ulteriori assets industriali a favore di multinazionali straniere.

Da ultimo, come richiedeva il Direttore, la risposta della Città: da sindacalista mi augurerei che le maestranze non vengano lasciate sole a gestire una vertenza che rischia di chiudere non uno stabilimento, ma l’intera Città.

Le RSU ieri hanno lanciato un appello a tutti i lavoratori per organizzare dei presidi ai cancelli con cui evitare che impianti e materiali possano partire tranquillamente per la Finlandia, aggiungendo così al danno della chiusura, la beffa dello svuotamento e del depauperamento dello stabilimento.

Credo che questa sarebbe l’immagine più bella: una Città che non solo è solidale, ma che partecipa assieme ai suoi lavoratori a rendere più certo, più importante, più sereno il suo futuro.

Forse un’immagine nuova di cui oggi abbiamo tutti un gran bisogno: l’immagine di un Paese che ha la capacità di guardare avanti aiutando e mettendo al proprio centro le persone ed il lavoro.