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NUOVE FRONTIERE PER LA CONTRATTAZIONE

La contrattazione sindacale prende nuove strade, grazie al recentissimo contratto (siglato il 7 luglio scorso), per i dipendenti del gruppo Fca-Cnhi – 85mila lavoratori in Italia – e che interessa da molto vicino anche il Friuli Venezia Giulia. A beneficiare di un accordo dai tratti innovati non sono solo alcune realtà locali, ma anche un intero sistema industriale che potrebbe diventare terreno di sperimentazione. A fare il punto sulle opportunità derivanti dal contratto specifico firmato da Fim e Uilm e sulla necessità di fare del Friuli Venezia Giulia un vero e proprio laboratorio, è un convegno promosso da Cisl Fvg e Fim Cisl Fvg, questo pomeriggio a Tricesimo, con i big del Sindacato, la governatrice Serracchiani ed il responsabile delle relazioni sindacali Fca, Pietro De Biasi.
Le ricadute dirette puntano a due aziende locali – Automotive Lighting di Tolmezzo e Centro ricerche Plast-optica di Amaro – quasi 800 dipendenti complessivi, che si vedranno riconosciuto un consistente aumento salariale – parliamo di cifre comprese tra i 7mila e 10mila euro nel quadriennio – oltre a diversi elementi importanti di welfare aziendale come, ad esempio, flessibilità oraria, congedi parentali, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, indennità. 
“Siamo di fronte ad un contratto che segna un tracciato nuovo in una situazione di crisi ed inflazione, raggiungendo risultati insperati con la contrattazione tradizionale” – esordisce il segretario confederale Cisl, Giuseppe Farina. E se il “modello Fiat” potenzialmente potrebbe essere replicato solo nelle grandi aziende – in Fvg, Fincantieri ed Electrolux – la vera sfida, lanciata oggi, è quella di declinarlo, almeno nei suoi principi chiave e nei termini del welfare aziendale, anche nelle piccole e medie imprese regionali, messe, però, a sistema. 
Strada praticabile, se non obbligatoria, quella della contrattazione di II livello, anche per il responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Fca, Pietro De Biasi, convinto che ci siano ancora molti spazi di manovra, superando la frammentazione sindacale e contrattuale.
“Senza dimenticare la valenza del contratto nazionale – per il presidente Confindustria Udine, Matteo Tonon – può essere interessante definire la componente “territoriale”, a patto che se ne identifichi la modalità (filiera, cluster), anche non coincidente con il territorio geografico”
E’ chiaro che in una realtà come quella italiana in cui l’impresa media metalmeccanica conta 9 dipendenti, il contratto nazionale deve restare il faro, ma, al contempo – incalza il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, avviando anche un ragionamento sull’utilità del pluralismo sindacale – va rivitalizzata la contrattazione territoriale, trovando elementi di prossimità che tengano assieme le aziende su welfare aziendale, sfide di produttività, sicurezza e formazione.
E’, dunque, questa la via maestra da seguire per garantire ricadute positive non solo sul mondo del lavoro, ma anche della collettività in senso ampio. Un esempio lo riporta il segretario generale Cisl Fvg, Giovanni Fania, presentando il progetto della Cisl di costruire attraverso la contrattazione un efficiente e responsivo sistema di mobilità per i lavoratori della montagna e per gli stessi abitanti. 
Fare sistema è la parola d’ordine anche per la presidente Serracchiani che raccoglie la sfida, richiamando ai cinque cluster disegnati da Rilancimpresa e scommettendo – e qui ricorda il Protocollo di concertazione sottoscritto con le parti sociali – sulla contrattazione a tutti i livelli per superare le criticità determinate dal costo del lavoro, ma anche per migliorare il welfare aziendale. Via libera, dunque, per la presidente alla “contrattazione che tiene sotto di sé, assieme, grande e piccolo, assecondando le profonde trasformazioni del nostro sistema industriale”.

Ufficio stampa Cisl FVG