La Cisl e la politica del fare
In questo periodo la politica nazionale, ancor più del solito, parla a se stessa di se stessa senza preoccuparsi minimamente delle tante questioni che riguardano il difficile presente e l’incerto futuro dei cittadini. Nella nostra regione le cose non vanno poi molto meglio. Tra gli opposti schieramenti e all’interno di questi pare prevalere la polemos sulla polis. Le polemiche e gli scontri, infatti, hanno la meglio su un impegno coeso e responsabile teso a perseguire il bene comune. E sarebbe, invece, più che utile addirittura necessario far fronte comune per affrontare insieme e con qualche efficacia una situazione sociale ed economica davvero molto pesante. Ciò vale anche per il sindacato confederale la cui azione di tutela e di promozione del lavoro dovrebbe essere improntata a responsabilità, solidarietà e coerenza, lontana, quindi, da cedimenti egoistici e corporativi. Non sempre è così, purtroppo. Il “caso Fiat” a livello nazionale e in regione la mancata sigla unitaria del contratto relativo al comparto unico, ad esempio, preoccupano perché segnalano come non solo la politica ma anche il sindacato possa scadere in comportamenti irresponsabili, demagogici e populistici facendo promesse che, essendo non onorabili, sono irrispettose e dannose per i lavoratori. Tutti i lavoratori.
In provincia di Udine, Cgil Cisl e Uil hanno siglato con Confindustria, Confapi, associazioni artigiane e centrali cooperative intese che impegnano le parti e contengono anche indicazioni e proposte rivolte alla politica. Nel Comitato Provinciale dell’Economia e del Lavoro, inoltre, si è prodotto un documento che è un contributo di idee alla Regione e che evidenzia la centralità del manifatturiero e l’urgenza di provvedimenti a suo sostegno. Dopo un primo incontro interlocutorio con l’assessore regionale Federica Seganti urge che la Regione ritorni e dia risposte al territorio. Ciò che non si deve fare è cedere alla rassegnazione e aspettare passivamente la tanto evocata ed invocata ripresa economica. La Cisl di Udine al fatalistico “deve passare la nottata” e al rinunciatario “non si può” preferisce il molto friulano “diamoci da fare”.
Roberto Muradore
segretario generale Cisl
Ust udinese e Bassa Friulana