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Il problema dell’abitare in affitto in Alto Friuli

Anche in quest’area del Friuli Venezia Giulia, considerata sino a pochi anni fa diciamolo pure una “isola felice” nel comparto dell’abitare in affitto, il problema CASA è aumentato in modo esponenziale al punto tale da creare, in certi casi, una vera e propria emergenza abitativa.
Infatti la mancata riforma della legge 431/98, ossia quella che disciplina i contratti di locazione, ha portato come risultato negativo un utilizzo sempre maggiore di quei contratti che prevedono un libero canone di affitto con la conseguenza di un aumento pressoché incontrollato dei canoni stessi.
La crisi economica con conseguente riduzione del reddit,o o addirittura perdite di posti di lavoro, ha portato una parte delle famiglie in affitto ad una situazione di morosità anni fa impensabile: infatti se agli inizi degli anni 2000 le procedure di sfratto per morosità incolpevole rappresentavano circa il 5% delle esecuzioni immobiliari, oggi non è esagerato ammettere che la percentuale è salita a circa il 30-35% alla quale vanno aggiunte le cosiddette “vendite all’asta” di coloro che non riescono a far fronte al pagamento delle rate di mutuo; infine la non sufficienza dei sostegni economici pubblici ha portato gran parte delle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni di indigenza anche momentanea, a dirottare le proprie spese solo verso i bisogni essenzialmente primari della famiglia stessa, tralasciando in molti casi il pagamento del canone di affitto.
I proprietari di casa, che spesso dimostrano una apprezzabile sensibilità nell’attendere qualche mese nella speranza che la situazione economica degli inquilini migliori, sono pressoché costretti ad attivare la procedura di sfratto per morosità in assenza della quale sarebbero obbligati a dichiarare, in periodo fiscale, un importo non percepito pagando ugualmente le relative tasse.
Per converso l’aumento delle famiglie che cercano una abitazione in affitto trova un grosso ostacolo, non solo rappresentato dalla scarsa offerta di edilizia residenziale pubblica (ex IACP), ma anche dalla dismissione/cartolarizzazione del patrimonio immobiliare di enti previdenziali (es. INPS, INAIL).
Questa breve panoramica ha l’obiettivo di evidenziare il perché il SICET, Sindacato Inquilini Casa e Territorio aderente alla CISL, sia a livello nazionale che regionale, si propone verso le Istituzioni ai vari livelli per:
sollecitare la riforma della Legge 431/98 sui contratti di locazione privati;
chiedere un aumento del Fondo di Sostegno agli Affitti, ogni anno insufficiente, da destinare alle famiglie in difficoltà;
chiedere la deducibilità dell’affitto al reddito delle famiglie;
chiedere la costituzione di un osservatorio comunale sul mercato dell’abitare;
sollecitare un aumento di risorse statali e regionali da destinare alla costruzione di nuove case pubbliche in modo da aumentare l’offerta abitativa ad un canone sostenibile.
Il SICET, quindi, per far fronte alla continua e maggiore richiesta di assistenza, ha ampliato la propria presenza sul territorio dell’Alto Friuli presso le sedi della CISL garantendo una tutela nel modo più capillare possibile:
– ogni martedì dalle 15.00 alle 18.00 a Gemona del Friuli in via Roma 148;
– a Tolmezzo, in via della Cooperativa 11/B ogni lunedì dalle 9.00 alle 12.00 tranne l’ultimo lunedì del mese
– a Tarvisio, in via Vittorio Veneto 90 l’ultimo lunedì di ogni mese dalle 10.00 alle 14.30.
Il responsabile dell’assistenza è il Segretario Regionale del SICET, Giorgio Gortani.

Gemona del Friuli, 18 novembre 2010