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Sindacato e categorie spingono sulla riforma delle Autonomie

Stamani ad Amaro, la tavola rotonda organizzata dalla Cisl dell’Alto Friuli
Il riordino passaggio fondamentale per il territoro e l’economia

Sono cinque gli elementi su cui la Cisl dell’Alto Friuli pone l’accento, come indispensabili per lo sviluppo di un Comprensorio composito dove convivono specificità e bisogni differenti: lavoro, montagna, integrazione, famiglia e riforme. Tra queste ultime – sottolinea il segretario generale della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti, aprendo il convegno di stamani ad Amaro sulle autonomie locali – c’è senz’altro il riordino dei livelli istituzionali e decisionali per renderli più rapidi, efficienti e rappresentativi degli oltre 141mila abitanti del territorio (suddivisi per il 70% in Comuni tra le 2mila e 10mila unità). Bene – per il Sindacato – il Disegno di Legge regionale sul "Riordino e semplificazione dell’ordinamento locale", "primo passo verso l’avvio di un processo di riforma", ma ora occore dare gambe al progetto, trovando anche una "misura che salvaguardi l’identità e il valore delle Comunità Locali, tutelandole". "Le risposte che la Cisl dell’Alto Friuli chiede rispetto alla riforma sono trasversali – rilancia Colautti – a partire dalla gestione del territorio dove gravitano troppi soggetti con potere decisionale, che spesso svolgono i medesimo compiti, con un aggravio di costi ormai insostenibile e riduzione della capacità complessiva del sistema".
Specialmente in un momento di crisi, una riforma appare quanto mai fondamentale. Nonostante il sistema montano e carnico – stando alle parole del presidente della Cciaa friulana, Giovanni Da Pozzo – ne esca con le ossa meno rotte rispetto ad altri territori, il riordino resta la leva dell’economia e di conseguenza dell’occupazione. Il sistema attuale con le sue lentezze e farragginosità rappresenta un freno enorme alle iniziative, a fronte di Paesi come la Cina talmente veloci nei processi decisionali (magari poco democratici!) sulle partite ad esempio infrastrutturali ed energetiche da essere fuori competizione. "Se anche noi – spiega Da Pozzo – pur con il nostro sistema articolato, non capiamo la necessità di rioridinare la filiera delle decisioni e delle funzioni (tenuto anche conto che la filiera così com’è costa alle imprese mediamente mille euro al mese) non avremo sviluppo". "La riforma – conclude – deve produrre dei servizi efficienti anche su scala extraregionale e strumenti snelli (vd Agenzie) a supporto dell’economia".
Via libera alle aggregazioni anche dal sindaco di Udine, Furio Honsell, oggi al tavolo in rappresentanza dell’Anci e fautore del gestore unico su rifiuti, acqua e trasporti. Tuttavia per il primo cittadino, il problema vero in tema di riordino, è la "costante instabilità normativa, la confusione sulle procedure (l’Iva sulla Tia, ad esempio, si paga? Non si paga?). "Il terreno dove i sindaci si trovano ad operare – dice Honsell, rimettendo la questione all’assessore regionale Garlatti ("La persona giusta al posto giusto perchè risolve i problemi con razionalità") – è una palude. Manca un contesto normativo chiuso e compiuto, in perenne ebollizione. Le regole combiano continuamente ed è difficile fare strategia". "Alla Regione – dice – chiediamo di accellerare i meccanismi di definizione delle regole".
Ad aggiungere un tassello alla discussione è Enzo Marsilio, consigliere regionale del Pd ed ex presidente della Comunità Montana, oltre che assessore. "Dobbiamo sfatare l’idea che il taglio dei costi passa necessariamente attraverso la soppressione di enti" – dice. "La questione di fondo – spiega – è la sovrapposizione delle competenze e delle funzioni: è su questi accavallamenti che occorre intervenire", definendo in sostanza chi fa cosa.
Per arrivare a questo, tuttavia, serve una condivisione di obiettivi – rilancia il consigliere di maggioranza, Luigi Cacitti. Un momento di sintesi e confronto, che prescinda dal colore politico di appartenza, anche per fare chiarezza sull norme e leggi.
"Diamo fuoco alle polveri – rilancia il segretario della Cisl Fvg, Renato Pizzolitto, richiamando anche la firma di ieri da parte della Cisl del contratto del Comparto Unico ("Una firma di responsabilità"). "Di riforme ne sentiamo parlare da diversi anni – commenta – alla politica chiediamo di decidere, di iniziare a fare le cose per tagliare le diseconomie attualmente esistenti. I tempi sono scaduti, specialmente in un periodo di crisi". "Non possiamo – aggiunge – nei dibattiti avere la sensazione di ripartire sempre da capo: in ballo c’è l’interesse della collettività, delle imprese e le ricadute riguardano anche lìoccupazione, che non riparte".
Messaggio recepito da Andrea Garlatti. "Su Funzioni pubbliche e Autonomie Locali – spiega l’assessore regionale competente, andando al cuore della riforma al vaglio – cerchiamo di intervenire come sistema, elaborando un modello nuovo, che parta dalla montagna. "Il nostro obiettivo – dice – non è quello di risparmiare e spendere meno per gli enti di montagna, ma rafforzare gli strumenti dell’offerta nei confronti dei cittadini, tenendo conto che il valore dei Comuni, anche di piccole dimensioni, non è in discussione". In sostanza la riforma prevede una focalizzazione delle funzioni ed un parallelo adeguamento delle strutture, attraverso il concentramento della parte gestionale e l’aggregazione delle strutture, mantenendo intatta la valorizzazione delle Comunità Locali e gli organi politici che in questo modo potranno dare risposte più efficienti. "L’idea di fondo – precisa Garlatti – è che le Unioni dei Comuni non sono enti in più, ma enti invece, capaci di garantire risposte più mirate e razionali". "Spero – conclude – che si raggiunga a breve un’intesa con i sindaci su questo impianto che mi vede fiducioso".

Mariateres Bazzaro
Ufficio stampa Cl Fvg
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