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Dati sicuri con la Carta dei servizi

La semplificazione che non ti aspetti dalla Carta regionale dei servizi. Questo, sinora, inutile cartocino, nato come tessera sanitaria che però nessuna Azienda sanitaria richiede, se è stato attivato, può essere esibito a un notaio, una banca, un caf o qualsiasi altro ente o consulente che abbia la necessità di visualizzare i dati dell’anagrafe dei Comuni relativi alla persona e alla sua famiglia, e se questo si è dotato di lettore smart card (in distribuzione gratuita ai cittadini dalla Regione o acquistato per pochi euro), l’ente o il professionista ha la certezza dei dati della persona che ha di fronte. La Carta dei servizi attivata è infatti accompagnata da un Pin – un codice come quello della carta bancomat – e digitando questo codice si consente all’ente di visualizzare i dati anagrafici così come conservati in Comune. Con una differenza: con la CRS possono essere effettuate tutte le visure riguardanti la documentazione in carta semplice, basterà digitare il Pin sulla tastiera e il gioco è fatto. «Nella stragrande maggioranza dei casi, quando si compila una pratica, non serve il certificato inteso come carta timbrata e firmata – spiega il coordinatore regionale dei Caf Cisl, Carlo Gerometta –, ma semplicemente la conoscenza dei dati anagrafici certi della fonte certa che è l’anagrafe del Comune». Sinora non tutti i Comuni hanno aderito a questa iniziativa, denominata Interprana, promossa dalla Regione, «ma se i cittadini chiederanno ai loro sindaci di poter usare tutti la Carta dei servizi non c’è dubbio che in poco tempo la diffusione di questo semplice mezzo di vera semplificazione burocratico-amministrativa consentirà di perdere meno tempo e meno denaro al cittadino-utente, alle pubbliche amministrazioni e a tutti gli enti e uffici che hanno la necessità di visualizzare, senza carte inutili, i dati anagrafici». A questo tema, peraltro, la Cisl aveva dedicato qualche tempo fa un apposito convegno per illustrare le modalità innovative dell’utilizzo della Carta, anche grazie alla disponibilità del vicesegretario comunale a Pordenone, Antonino Scaini, che è stato in grado di dare il proprio supporto e tutte le informazioni utili per l’utilizzo di questo strumento «che costituisce un esempio concreto di innovazione e semplificazione», conclude Gerometta.