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AUTOVIE VENETE, E’ SCONTRO SULLE RELAZIONI SINDACALI

La denuncia della Fit Cisl: decisioni unilaterali che penalizzano il servizio. Simeon: “Chiediamo chiarimenti immediati su organizzazione del lavoro e tagli al personale”

La questione è di quelle che scottano: da una parte un’azienda che impone decisioni unilaterali e, dall’altra, il Sindacato che rivendica non solo il proprio ruolo di interlocutore, ma anche chiarimenti urgenti su alcune scelte che, se messe in atto, penalizzeranno la qualità del servizio e la stessa organizzazione del lavoro.

Parliamo di Autovie Venete e Fit Cisl allo scontro sulle relazioni sindacali, che da tempo stanno generando malumori e preoccupazioni. “Siamo di fronte – commentano per la categoria, Roberto Simeon e Marco Femia – ad un modus operandi inaccettabile con l’azienda che ormai, senza alcun confronto con le parti sociali, impone la sottoscrizione di accordi a ratifica di un operato aziendale discutibile”. “Le modalità, i contenuti e l’urgenza con cui l’Autovie Venete propone gli accordi sono in forte contrasto con l’atteggiamento finora tenuto e con il sempre fattivo impegno del sindacato a trovare soluzioni condivise” – incalzano i due sindacalisti, che spingono verso un ripristino di quelle relazioni oggi più che mai indispensabili per affrontare con la necessaria serenità e in modo ragionato, e non “umorale”, le contingenze di un momento storico tutt’altro che facile.

A preoccupare e creare tensione – si legge in una nota della Fit Cisl Fvg – sono soprattutto le decisioni che riguardano il taglio del personale, le modifiche delle turnazioni e la creazione di nuovi uffici “di cui (parla anche un comunicato interno, diffuso i giorni scorsi tra i lavoratori) si fatica a capirne l’utilità.  Si tratta di nove unità del comparto “Esazione” tagliate dal primo ottobre, ed a cui andrà ad aggiungersi la chiusura delle officine con il riposizionamento del personale.

“Ci hanno parlato di riduzione dei costi: ora noi vorremmo capire se questa azienda ha come scopo l’offerta di un servizio all’utenza o solo quello di massimizzare i profitti; in entrambi i casi, va fatto notare che per raggiungere lo scopo servono comparti operativi che possano funzionare al meglio” – vanno dritti al punto Simeon e Femia. “Come mai – si domandano ancora i due sindacalisti, dando voce ai lavoratori rappresentati – la riduzione dei costi coinvolge in modo così pesante i comparti operativi?” E ancora: “Come possono funzionare al meglio gli automatismi se non possono essere riparati in caso di guasto perché mancano i ricambi?”. Tanti i punti di domanda a cui si aggiungono anche quelli che riguardano la gestione sia del lavoro, sia del personale. “Vorremmo sapere in forza di quale accordo si stanno modificando i livelli di servizio, creando ad hoc esuberi di personale, ed, in generale, quale idea di gestione aziendale si stia materializzando. Cosa che ad oggi non è affatto chiara, così come il motivo per cui vogliono allungare le catene di comando quando invece servirebbero procedure più snelle e veloci”.

Insomma, un quadro critico, che impone l’apertura immediata di un tavoli di confronto costruttivo, per il bene dei lavoratori e dell’utenza.