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La Cisl Medici critica la concezione delle Rsa e dei distretti

Vertenza sui lungodegenti al Policlinico. La Cisl: «Volete cancellare i posti letto? Scrivetelo nero su bianco in un piano»

«Se in un territorio come il nostro, con 4 ospedali (Pordenone, San Vito, Spilimbergo e Policlinico) e 5 ortopedie, un reparto che esegue interventi di chirurgia vascolare, un’incidenza non modesta di ictus e accidenti vascolari, ci sono posti liberi nelle Rsa, questo vuol dire che i Distretti non funzionano».
Lapidaria la considerazione del segretario di Cisl Medici, Mario Ius, in relazione al dibattito sulla annunciata chiusura del reparto di lungodegenza del San Giorgio. E’ infatti nelle Rsa che la Ass 6 conta di trasferire i pazienti lungodegenti ora accolti al Policlinico, motivando la decisione, con il sostegno dell’assessore Kosic, con la necessità di coprire tutti i posti letto attivati nelle Residenze sanitarie assistenziali (oggi 159 e nel 2011 saliranno a 169 con l’implementazione di Maniago) che hanno un tasso di occupazione dell’82,14%.
Ma la questione, secondo Cisl medici, è mal posta. «Intanto – spiega Ius – se si vuole portare a termine un’operazione come questa, la chiusura dei 10 posti letto di lungodegenza, lo si dovrebbe scrivere, nero su bianco, sui piani, iniziando da quelli regionali, spiegando le motivazioni alla base della scelta. Contestualmente allo smantellamento di un servizio che oggi c’è, va predisposta un’alternativa, che potrebbe essere quella della trasformazione di alcuni posti letto di Rsa in lungodegenti, e non il contrario, come adesso si cerca di fare, ovvero trasformare i pazienti lungodegenti in pazienti da Rsa».
Altra questione le Residenze stesse in cui ci sarebbero, mediamente, 28 posti liberi. «Se così è, allora è palese che il percorso di continuità assistenziale non funziona – rileva Ius – perchè la mole di interventi complessi eseguita dagli ospedali della provincia che richiedono riabilitazione, non approda in Rsa come dovrebbe. Evidentemente i sistemi non si “vedono” e quindi non tutti riceverebbero il trattamento riabilitativo previsto andando direttamente a domicilio senza particolari supporti. Tutto questo richiede un’analisi attenta, a partire dalle Unità di valutazione per arrivare ai distretti. Solo dopo aver vagliato tutto questo crediamo si possa decidere, sulla base di un progetto, di utilizzare i posti letto delle Rsa opportunatamente attrezzate per accogliere lungodegenti».
Infine un invito esplicito al direttore generale della Ass 6 Tonutti affinché «superi la timidezza e proceda con il progetto di razionalizzazione dei distretti, passando da 5 a 1. Si sono fatti giustamente gli Ospedali Riuniti ora si può tranquillamente pensare, visto quanto sta succedendo, ai Distretti Riuniti in uno solo».