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Udine si interroga sulla contrattazione di genere

A Udine, una tavola rotonda organizzata dal Sindacato friulano assieme al Cordinamento Donne
"La contrattazione di II livello, un buon trampolino di lancio"

Contrattazione di II livello, conoscenza e diffusione delle normative vigenti sia a livello regionale, sia nazionale ed europeo, servizi efficaci sul territorio che favoriscano la flessibilità e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, valoizzazione di alcuni istituti a partire dal part time: il sostegno del lavoro femminile, componente fondamentale del tessuto economico anche locale, passa da qui, da una serie di interventi mirati, condizione indispensabile per un salto culturale della società del lavoro ancora improntata all’ottica maschile. E’ quanto emerge dalla tavola rotonda, organizzata dalla Cisl di Udine assieme al Coordinamento Donne del Sindacato.
Una tavola rotonda – come ha introdotto il segretario Roberto Muradore – per fare il punto sullo stato dell’arte della contrattazione di genere e capire quali sono le vie per sostenere il lavoro femminile, fortemente in difficoltà anche a livello locale. A pagare il prezzo della crisi (basti pensare alla chiusura di aziende come la Safilo ad altissima occupazione "rosa"), ma anche l’indifferenza molto spesso riscontrata nelle aziende sui temi della conciliazione, sono proprio le donne: in provincia, infatti, il tasso di disoccupazione tocca il 7,8% (a fronte del 4% della componenete maschile), ben superiore al dato regionale fermo al 6,4%. "Solo negli ultimi giorni, ad esempio – ha raccontato una sindacalista della Filca Cisl – nel Manzanese abbiamo proceduto a 9 licenziamenti, in massima parte donne".
"La contrattazione di II livello – ha commentato la segretaria della Cisl regionale, Iris Morassi, ricordando l’impegno del Sindacato, anche nazionale, su questi temi – rappresenta sicuramente un buon trampolino di lancio, fermo restando che la nostra azione deve essere tesa ad un salto culturale, al superamento di quella organizzazione del lavoro ancora orientata al maschile, a penalizzare le progressioni, ad una rigidità che, per esempio, di fatto impedisce alle donne che hanno un secondo figlio di rientrare nelle aziende".
Occorrono – spicca dalla tavola rotonda arricchita dal contributo di tante sindacaliste impegnate sui posti di lavoro – servizi rivolti alle donne e ad impedire la loro fuoriuscita dal mercato del lavoro, a partire dagli asili nido – ha sintetizzato la coordinatrice delle donne Cisl, Renata Della Ricca – che ancora scarseggiano sul territorio e soprattutto di quelli aziendali o interaziendali, ma anche l’utilizzo del part time come istituto che meglio di altri permette alle donne di conciliare il lavoro con la vita familiare e la flessibilità degli orari di lavoro.
Una situazione e delle richieste che accomunano tanto il settore privato, tanto quello pubblico, imponendo – innanzittutto dal Sindacato – azioni concrete affidate a delegati adeguatamente formati.
C’è, infine, preoccupazione per il recente "Collegato lavoro": "Speriamo – commenta la Segretaria provinciale della Cisl di Udine, Cristina Fanciullacci – che la revisione prevista non vada a penalizzare le donne ed il mondo del lavoro femminile, toccando in senso sfavorevole istituti come il part time, i congedi, le aspettative, i permessi retribuiti".

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg