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La Cisl medici boccia il nuovo ospedale nella caserma “Monti”

E’ un “no” senza mediazione possibile quello che la Cisl medici provinciale esprime nei confronti dell’ipotesi “nuovo ospedale nella Caserma Monti”.
«Questi edifici, retaggio ottocentesco, servivano per ospitare soldati e mezzi militari, e chi ha fatto il servizio di leva sa bene di quale qualità della vita si possa parlare. Dire che siamo sorpresi del fatto che ancora si rincorrano certe idee sulla riconversione di una caserma in un ospedale, è persino riduttivo. Non andava bene per i soldati e i carri armati, figuriamoci se può andare bene per dei pazienti! Pura follia! – rimarca l’organizzazione sindacale -. Questa è un’ipotesi che non sta nè in cielo nè in terra, e chi avanza una proposta di questo genere, a nostro avviso, vive fuori dal mondo e non sa di che cosa sta parlando».
Secondo Cisl Medici, trasformare la Monti in un ospedale richiederebbe innanzitutto l’abbattimento di tutti gli edifici militari per liberare l’area e edificare ex novo gli edifici ospedalieri. «Trasformare quel complesso in un ospedale – avanza il sindacato – costerebbe dieci volte tanto che costruirlo dal nulla su una diversa area. E comunque la ristrutturazione, per quanto accurata, evidenzierebbe notevoli limiti rispetto ad un ospedale veramente nuovo, pensato, progettato e costruito per essere un ospedale». Bisogna imparare dall’esperienza, e il Santa Maria degli Angeli in via Montereale dovrebbe già aver insegnato che cosa significhi mettere mano su edifici esistenti, nati con altre destinazioni d’uso, per trasformarli ad utilizzo sanitario. «L’attuale ospedale è l’esempio di quel che andiamo dichiarando».
Per cui «l’auspicio dei medici di medicina generale e dei medici ospedalieri di Cisl Medici che vogliono svolgere bene il proprio lavoro in favore dei pazienti – conclude l’organizzazione sindacale -, è che non si indugi su ipotesi seriamente impercorribili, e si prosegua rapidamente sulla strada già tracciata, ovvero il nuovo, moderno, efficiente ospedale in Comina. In questo senso va il nostro appello alla Regione perchè confermi le scelte e i percorsi già definiti».