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Congresso della categoria del pubblico impiego della Cisl

Riconfermato alla guida Pierangelo Motta. Con lui in segreteria, Enrico Acanfora e Tiziana D’Alesio
FP CISL FRIULI-VENEZIA GIULIA: SUL TAVOLO, PARTITE IMPORTANTI
Anche in regione, tante sfide, ma anche difficoltà con il Governo locale

Sul tavolo ci sono partite importanti, dal comparto unico alla sanità: temi di cui si è discusso al Green Hotel di Magnano in Riviera, nel corso dei lavori del 3° congresso regionale della Fp Cisl del Friuli-Venezia Giulia, la categoria che racchiude oltre 10mila lavoratori del pubblico impiego.

Temi di grande attualità, che vedono la Fp Cisl in prima linea, malgrado “le difficoltà di approccio con gli assessorati di riferimento, a partire da quello al personale”.

Si inizia, dunque, dal comparto unico. “Un percorso – spiega il segretario riconfernato Pierangelo Motta – non facile, né indolore a causa della spinta demagogica degli Autonomi che hanno creato e cavalcato le paure dei dipendenti dell’Ente Regione, ma che oggi è realtà, anche se mancano ancora quegli strumenti che la politica deve mettere in atto, quelle norme di semplificazione necessarie per avvicinare la Pubblica Amministrazione al cittadino”. Una riorganizzazione – a detta di Motta – di cui tutti i politici si sono riempiti la bocca con slogan ingenerosi e proposte rimaste sulla carta. “Dopo tutti i grandi proclami, quello che abbiamo visto è stata solo la decisione di non incentivare l’associazionismo dei Comuni come era stato previsto dall’ultimo accordo sottoscritto con la precedente Giunta e che metteva a disposizione 3 milioni e mezzo per il 2008-2009 al fine di favorire le aggregazioni dei servizi negli Enti Locali”. Di fronte a questo immobilismo ed alla facile e diffusa inclinazione a puntare il dito contro una PA inefficiente, il cammino del comparto unico va comunque avanti, tanto che a giorni dovrebbe partire la fase contrattuale 2008-2009. “Non sarà semplice – spiega Motta, alla presenza del segretario nazionale Giovanni Faverin – soprattutto per due ragioni: per i ricorsi pretestuosi inoltrati dalla Cisal contro il primo CCRL e per la Cgil, che ha già anticipato che non firmerà alcun contratto al di sotto del 6% dell’incremento, sancendo l’ennesimo atto di chi ha già deciso di dire no a tutto”. In questo contesto, poi, si inseriscono – stando alla Fp Cisl – anche altri segnali allarmanti, che stanno creando spaccature all’interno del comparto unico: così, la norma sulla malattia introdotta dal decreto Brunetta e recepita dal Fvg con la Finanziaria 2009. “Da un mese – commenta il segretario cislino – stiamo raccogliendo firme per chiedere che venga normata la disciplina dei dipendenti del Friuli-Vg con una legge regionale che dia il demando al livello contrattuale delle norme sulla malattia.

Altro capitolo, quello della sanità, sulla quale non si capisce ancora in che direzione voglia andare la Regione. Quella che è certa, invece, è la carenza ormai cronica di alcune figure professionali che non si trovano sul mercato del lavoro: infermieri e tecnici di radiologia, in particolare. “Una carenza – spiega Motta – che non è stata affrontata mai nei modi corretti e che è stata sempre sottovalutata: è da anni che sbattiamo la testa contro un muro di gomma. Ci sono più domande per la formazione di infermieri, rispetto ai posti messi a disposizione all’università, il doppio!”. E’ mai possibile – si domanda la Fp Cisl – che l’Università non riesca ad adattarsi alle esigenze del territorio e che in una realtà, dove la spesa sanitaria rappresenta il 54% dell’intero bilancio regionale, non si riesca a trovare un posto per un centinaio di infermieri in più?

Una situazione che ha delle inevitabile conseguenze. “Da tempo ormai gli operatori – spiega Motta – tamponano le lacune organizzative con la responsabilità e buona volontà, rinunciando alle ferie e alle giornate di riposo”. “Tuttavia – aggiunge – quest’anno siamo riusciti ad introdurre la sperimentazione, speriamo in tutte le aziende, di un modello organizzativo che preveda l’inserimento dell’OSS con formazione complementare nelle equipe assistenziali”.

Infine, la questione della Pubblica Amministrazione nel suo complesso. “Siamo consapevoli – dice Motta – che esiste un problema di produttività e proprio su questo devono puntare una riforma condivisa con le parti sociali ed una ristrutturazione concertata delle PA. Tuttavia questo obiettivo può essere raggiunto lavorando su tre priorità: maggiori investimenti, migliore organizzazione del lavoro, più formazione”.