
CERTIFICAZIONI DI GENERE IN AZIENDA, NEI COMITATI GUIDA CI VANNO ANCHE I SINDACATI
Saltarini Modotti (Femca Cisl): “Aprire un tavolo di concertazione regionale. Le buone pratiche ci sono, ma vanno valorizzate ed ampliate”
La parità di genere deve diventare una leva strutturale di contrattazione e innovazione sociale, anche prevedendo in modo stabile le rappresentanze sindacali all’interno dei comitati guida per le certificazioni di genere. A chiederlo con forza e a sollecitare in questo senso anche la Regione Friuli Venezia Giulia, è la Femca Cisl regionale, che mercoledì 8 ottobre 2025 in Camera di Commercio a Udine, ha promosso una tavola rotonda sul tema, individuando strumenti ed obiettivi per garantire sempre di più l’uguaglianza di genere all’interno dei luoghi di lavoro. “Ci piacerebbe – chiarisce la segretaria della Femca Cisl Fvg, Stefania Saltarini Modotti – che il tema dei comitati e delle certificazioni di genere venisse portato a un tavolo di concertazione regionale, dando così vita a nuove opportunità di rappresentanza”. Un invito fatto proprio dall’assessore regionale al lavoro, Alessia Rosolen che ha così rilanciato: “Il tema della parità di genere non va affrontato con interventi parcellizzati ma va inserito in una visione generale di società, con i conseguenti cambiamenti da introdurre nel sistema previdenziale, nel diritto dell’impresa e del lavoro. Sono poi importanti l’azione delle parti sociali e la valorizzazione della contrattazione di secondo livello per sostenere percorsi di partecipazione dei lavoratori. Nel DDLR sull’innovazione sociale, attualmente in discussione in Consiglio regionale, queste tematiche vengono sviluppate. In generale, è confermata la disponibilità dell’Amministrazione regionale a condividere nei tavoli di confronto le proposte delle parti sociali, datoriali e sindacali, mirate a favorire l’innovazione sociale attraverso lo strumento della contrattazione”. Del resto, nonostante in Friuli Venezia Giulia su questo fronte si sia ancora indietro – basti pensare che delle 98mila aziende attive in Fvg, ad essere certificate sulla parità di genere sono solo 659 (in Italia, invece, 8mila798 certificate su 5,88milioni) non mancano le buone pratiche che possono essere prese a modello, basti pensare a l’esperienza del Comitato per la parità di genere di CAFC S.p.A., il primo in regione – e tra i primi in Italia – a includere un rappresentante sindacale RSU nel gruppo di lavoro aziendale. Una collaborazione virtuosa che ha già prodotto un risultato concreto: l’introduzione di cinque giorni annui di congedo retribuito a sostegno della genitorialità.
“Lo strumento della certificazione per la parità di genere – incalza per la Cisl Fvg, la segretaria Renata Della Ricca – rappresenta una grande opportunità, che va oltre al mero bollino. Può diventare un vero motore di cambiamento culturale e organizzativo, se inserita in un percorso più ampio di consapevolezza e responsabilità. Ma, come spesso accade, tutto dipende da come viene interpretato e applicato. Il coinvolgimento diretto del sindacato nei comitati permette anche di superare la logica dell’adempimento formale e orientare la certificazione verso risultati reali: riduzione dei divari, miglioramento del clima aziendale, valorizzazione del lavoro femminile e di tutte le diversità. Questo tema, inoltre, rientra a pieno titolo nel quadro della partecipazione e delle relazioni industriali, e dobbiamo saperlo cogliere con intelligenza e visione”.
Il tema della parità di genere resta, dunque, assolutamente centrale anche per il Sindacato, che con l’iniziativa odierna ha posto l’accento anche sul persistente divario retributivo di genere che caratterizza il mercato del lavoro italiano, pari a circa 8mila euro annui. In Friuli Venezia Giulia, pur con segnali incoraggianti, l’occupazione femminile resta la più bassa del Nordest, con un gender gap superiore agli 11 punti percentuali e punte del 18% nella fascia 25–34 anni.
“Numeri che raccontano una disuguaglianza ancora strutturale – spiega Stefania Saltarini Modotti, Segretaria della FEMCA CISL FVG – ma che ci spingono a fare della parità una priorità contrattuale e culturale, capace di generare giustizia sociale, crescita economica e qualità della democrazia. Servono volontà collettiva e politiche mirate”. “Con questo convegno – conclude Saltarini Modotti – abbiamo voluto aprire un dialogo concreto per costruire strumenti reali di cambiamento, a partire dalla certificazione di parità e dai comitati guida, ancora poco diffusi nella nostra regione”.
Alla tavola rotonda, introdotta e presentata dalle sindacaliste della Femca Cisl Fvg, Barbara Bacchetti e Felicia Carabellese, sono intervenute Michela Cecotti di Confindustria Fvg, l’avvocata Eleonora Lutterotti, la coordinatrice Pari Opportunità della Femca Cisl nazionale, Alessandra Bianchi, e Sara Titton, responsabile Sistema di Gestione Integrato di CAFC S.p.a.