OCCUPAZIONE FVG: LE POLITICHE DEL LAVORO DA SOLE NON BASTANO
Non c’è dubbio che i dati sull’occupazione del Friuli Venezia Giulia siano complessivamente positivi, ma è anche vero che la strada è tuttora in salita, tenuto conto che in discussione c’è la stessa qualità del lavoro. Se da una parte registriamo una ripresa, dall’altro non può non preoccuparci il dato secondo cui a crescere sono soprattutto le tipologie contrattuali più flessibili. A evidenziare la criticità è la Cisl regionale, convinta che oggi più che mai non bastino le sole politiche attive del lavoro a rilanciare l’occupazione, ma serva un disegno industriale ampio e sistemico. “I dati – commenta il segretario Luciano Bordin – ci dicono che più di 8 assunzioni su 10 sono a termine e che, ad esempio, il lavoro intermittente è cresciuto oltre il 300%, probabilmente a seguito dell’abolizione dei voucher: è chiaro che questi numeri non sono totalmente rassicuranti, ma anzi aprono ad una serie di conseguenze a lungo termine, a partire dalla stessa tenuta del sistema sociale e previdenziale”. “Di fatto – prosegue Bordin – siamo di fronte alla crescita del precariato. Bene che finalmente si registri un’inversione congiunturale, ma si può fare ancora meglio, anche per quanto riguarda l’occupazione femminile e dei giovani, ancora insufficiente sebbene fondamentale per il Pil della regione”. Quanto alle strategie, la priorità – esplicitata dal segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco – va al sistema industriale, da rafforzare in termini strutturali, ancorandolo, tra l’altro, agli investimenti sulle infrastrutture e alla formazione professionale, che va pensata in chiave maggiormente funzionale al matching tra domanda e offerta di lavoro e alla creazione delle nuove professionalità richieste dal mercato. “Dinnanzi a queste sfide – prosegue Monticco – la politica dovrà giocare un ruolo decisivo e compiere delle scelte non più procrastinabili, che ci aspettiamo possano trovare ampio spazio nei programmi elettorali. Come Cisl Fvg, infatti, non ci interessano tanto i nomi che si sfideranno nella prossima tornata elettorale, quanto i contenuti che i candidati sapranno presentare e che oggi, come non mai, saranno decisivi”.