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3 PRIORITA’ PER FINCANTIERI E MONFALCONE

Benissimo parlare dei parcheggi; benissimo trovare soluzioni per decongestionare il rione di Panzano e facilitare lo spostamento dei lavoratori versi i cantieri, ma forse sarebbe opportuno iniziare a ragionare anche delle vere priorità per Monfalcone e che riguardano le infrastrutture e Fincantieri.
A scendere in campo, appellandosi direttamente alla Regione, è la Fim Cisl, preoccupata per l’inerzia rispetto ad alcune decisioni giudicate “strategiche”. Tre, in particolare, gli assist spediti all’indirizzo della Giunta regionale e sintetizzati dal segretario Gianpiero Turus. “E’ dal 2000 – esordisce – che sentiamo parlare della bretella che dovrebbe collegare l’uscita dell’autostrada alla zona industriale Schiavetti: un progetto che esiste già e che speriamo che parta al più presto come promesso, visti i vantaggi che comporterebbe, a partire dallo sgravamento dei camion proprio su Panzano”.
Oltre allo snodo viario, la Fim guarda alla competitività di Fincantieri, puntando – da una parte – sull’escavo del canale, e – dall’atra – sulla copertura del bacino. “E’ evidente – va in pressing Turus – che l’intervento sui fondali è una priorità nota, perché non è pensabile che, ad oggi, per fare uscire le navi o compiere le prove in mare si debba attendere l’alta marea; senza contare l’urgenza di mettere davvero in relazione, una volta per tutte, i porti di Monfalcone e Trieste”. Ultima, ma forse la più strategica di tutte, la necessità di mettere a nuovo e dare copertura al bacino di Panzano, dove si costruiscono le navi. “Dobbiamo avere la capacità di guardare in prospettiva” – incalza Turus. “Gli stessi land tedeschi, i nostri diretti competitors, hanno contribuito alla copertura dei loro cantieri, condizione indispensabile, non solo per garantire i lavoratori, oggi costretti a lavorare all’aperto con qualsiasi clima, ma anche per assicurare i tempi di consegna e innalzare, così come sempre più richiesto dagli armatori, il livello di qualità del prodotto finito”. Avere a disposizione un bacino coperto e chiuso significa, infatti, poter lavorare con qualsiasi condizione climatica (già in passato per il meteo avverso è stata attivata addirittura la cassa integrazione) e procedere a lavorazioni “più stabili” basti pensare alle sole saldature, la cui resa oggi varia a seconda del caldo o del freddo.