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Nei primi sette mesi del 2010 in provincia “cassa” in crescita del 56% – Cisl: oltre seimila lavoratori rischiano l’esubero

Martedì 31 Agosto 2010 (IL GAZZETTINO)

IL SINDACATO
Altro che ripresa». Il segretario generale della Cisl Udinese e Bassa Friulana, Roberto Muradore, sbotta così guardando le cifre più fresche relative all’andamento di cassa integrazione ed export della provincia di Udine e della regione, quelle relative ai primi sette mesi del 2010, cioè da gennaio a luglio. Le ore di cassa integrazione autorizzate in provincia sono aumentante del 56,5% rispetto allo stesso periodo del 2009 e «quel che preoccupa ancora di più è che i due terzi di queste sono di cassa integrazione straordinaria». Un aumento in linea con quello regionale, dove nei primi sette mesi di quest’anno le ore di cassa integrazione autorizzate sono state 15 milioni 276mila 917, contro i 9 milioni dello stesso periodo 2009.
«Se il trend dovesse continuare – sottolinea Muradore – nei restanti mesi i lavoratori sospesi, che rischiano cioè di diventare esuberi, saranno 15.872 in Friuli Venezia Giulia e 6.612, cioè il 41,7%, nella sola provincia di Udine. Oltre l’80% sono, o erano, attivi nel manifatturiero». Che la ripresa sia ancora lontana, secondo la Cisl, lo evidenziano anche i numeri dell’export, perché in provincia di Udine nei primi cinque mesi del 2010 (l’ultimo dato disponibile a livello provinciale) è calato del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2009, a sua volta diminuito del 20% rispetto al 2008. A calmierare le perdite, osserva Muradore, c’è l’export di Pordenone, cresciuto quest’anno del 6,5%, «ma se Udine e Pordenone sono lette insieme nei primi cinque mesi arretrano comunque dell’1%». Che fare? «Entro fine settembre – anticipa il sindacalista – sarà pronto il documento che stiamo mettendo a punto a livello di Comitato provinciale per l’economia e il lavoro, dove sono presenti insieme ai sindacati tutte le rappresentanze datoriali e la Cciaa». Sarà un «contributo che questo territorio darà alla Regione sulle cose da fare per agire sull’economia reale».

Antonella Lanfrit

Licenziamenti il triste primato
Secondo i dati del primo semestre la provincia di Udine
è quella con il maggior numero di "tagli" al personale
Paola Treppo

Da dove ripartono le aziende del Friuli Venezia Giulia dopo la pausa di agosto? Da due milioni e 100mila ore di cassa integrazione. Tante, infatti, sono quelle che, lo scorso mese di giugno, ha autorizzato l’Inps. Ore da "leggere" per capire se dalla crisi si sta uscendo, se la recessione si è stabilizzata oppure aggravata. La cassa, in generale, è in aumento: del 20,4% sul piano congiunturale, cioè se raffrontata con i dati più recenti, e del 54,8% su quello tendenziale, cioè esaminando un periodo più esteso. Nel primo semestre del 2010 la Cig totale ha superato i 12,5 milioni di ore, in aumento tendenziale del 95,5%. Prevale la cassa straordinaria (oltre 7,2 milioni di ore), seguita da quasi 3,8 milioni di cassa ordinaria e da oltre 1,5 milioni della cassa in deroga. Gli inserimenti in lista di mobilità registrati nel mese di giugno 2010 sono 401, in calo di circa un terzo sia sul piano congiunturale che tendenziale. Complessivamente, nel primo semestre di quest’anno, si contano 3.576 ingressi in lista di mobilità, in flessione del 27,7% rispetto allo stesso periodo 2009.
La provincia in cui si registra il maggior numero di licenziamenti è Udine (45%), seguita da quella di Pordenone (24%), in cui il numero di esuberi si riduce di oltre un terzo (-42,4%). Il 47% dei lavoratori espulsi proviene da aziende industriali, uno su quattro dal terziario non commerciale. Gli ingressi in lista non sono equamente distribuiti dal punto di vista del genere: prevalgono, infatti, le iscrizioni maschili (60%). Per oltre i 2/3 dei casi si tratta licenziamenti individuali per i quali non è previsto un sostegno al reddito. L’81% delle iscrizioni si riferisce a licenziamenti di lavoratori italiani, corrispondente a 2.909 unità. Nel giugno 2010 si contano 12.945 movimenti di assunzione e 13.124 movimenti di cessazione: il saldo occupazionale mensile è negativo di 179 rapporti. La domanda di lavoro, nello stesso mese, cala del 1,7% su base annua e del 6,2% su base congiunturale. Complessivamente nel primo semestre 2010 si registrano 80.481 assunzioni al lavoro, 68.170 cessazioni e un saldo positivo di 12.311 movimenti. La domanda di lavoro nei primi sei mesi del 2010 segna una flessione del 4,9% su base annua. Il calo delle assunzioni è più marcato nella provincia di Trieste (-18,8%), mentre è meno significativo nella provincia di Udine (-2,0%); a Pordenone e a Gorizia il trend è positivo. La dinamica settoriale più negativa si osserva nei servizi non commerciali (-21,8%), mentre l’industria conferma l’andamento crescente della domanda (+8,9%). Il ridimensionamento colpisce soprattutto la componente occupazionale femminile (-8,3%), mentre quella maschile si mantiene sostanzialmente stabile (-0,3%). Dal punto di vista della provenienza geografica, la componente straniera subisce maggiormente la contrazione della domanda di lavoro (- 8,8%), rispetto a quella italiana (-4,1%).