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ASUGI, ANCORA TORPPI OPERATORI SENZA VACCINO

Sono numeri ancora troppo alti, quelli degli operatori sanitari di Asugi ancora senza vaccino. Si parla di circa 350 persone che non si sono sottoposte alla profilassi anti Covid e il cui alto numero rischia di impattare pesantemente sulle attività dell’azienda sanitaria. A lanciare l’allarme è la Cisl di Trieste Gorizia, assieme alla categoria della Funzione Pubblica. “Siamo molto preoccupati – commentano, a questo proposito, per la Cisl Fp, Giorgio Iurkic, Romina Dazzara e Lorena Gandin – non solo per il personale che ha adempiuto all’obbligo vaccinale e sta continuando a lavorare in corsia, ma anche per l’utenza ed, in generale, per la tenuta del sistema sottoposto ad un forte stress e che necessiterà inevitabilmente, di una riorganizzazione”. Per il momento, infatti, solo una piccolissima parte degli operatori non vaccinati risulta sospesa dal servizio, ma a breve, in base alle normative vigenti, tutti i 350 lavoratori verranno sollevati dagli incarichi e questo comporterà, in prima battuta, l’attivazione di turni aggiuntivi, come peraltro già proposto dall’amministrazione. “E’ chiaro, però – commentano i sindacalisti cislini – che questo non potrà essere l’unico modo per affrontare quella che si presenta come una vera e propria emergenza organizzativa. Il personale in servizio è già provato dai due anni di pandemia e sarebbe davvero troppo aggravarlo di ulteriori pressioni. In più chiediamo che l’impegno economico della riorganizzazione non sia a carico delle risorse aggiuntive regionali (RAR), ma venga preso dal bilancio aziendale: va, infatti, da sé che le RAR non possono essere utilizzate per pagare i turni aggiuntivi, perché se così fosse verrebbero meno quei soldi necessari a finanziare altri progetti già definiti”. E’ altrettanto chiaro, poi – si legge nella nota di Cisl Fp e Cisl Trieste Gorizia – che, a fronte delle sospensioni attuate da Asugi in base alla legge, è responsabilità della politica, tanto regionale, quanto nazionale, concorrere a trovare delle soluzioni percorribili ed efficaci per garantire la tenuta dei sistemi sanitari. La pandemia ha evidenziato tutte le conseguenze di una politica dei tagli che ha messo in seria difficoltà l’apparato sanitario e oggi ci troviamo con gravi lacune che si sommano ai problemi generati dal personale non vaccinato, primo fra tutti, la carenza, anche sul territorio di Trieste, di infermieri e di oss (non basteranno, infatti, i 60 operatori pronti ad essere assunti da Asugi). “Resta il fatto – conclude per la Cisl di Trieste Gorizia, il coordinatore Luciano Bordin – che una soluzione va trovata al più presto per la sicurezza di tutti, personale occupato a tempo indeterminato e pazienti, e per il buon funzionamento dell’intero sistema”.