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PUNTARE SU LOGISTICA INTEGRATA, MOBILITA’ SOSTENIBILE, IMPEGNO ECOLOGICO

Logistica integrata, mobilità sostenibile, impegno ecologico: sono questi i grandi temi sui quali la Fit Cisl del Friuli Venezia Giulia sollecita la Regione.

Logistica integrata Dal congresso della categoria dei trasporti – che stamani ha riconfermato alla sua guida Antonio Pittelli – arriva un appello forte e chiaro, a partire dalla questione chiave della logistica: la vera sfida è la connessione, ovvero un sistema integrato capace di unire, sotto un’unica regia, ferro, gomma, viabilità via mare e via aria. “I dati dell’export regionale, ma anche quelli che si riferiscono alle nostre principali infrastrutture – commenta a caldo, Pittelli – non vanno sprecati, ma anzi assecondati attraverso la creazione di un hub intermodale, in grado di sostenere le imprese del territorio e fare da volano ad un’economia in ripresa. Senza un sistema di questo tipo non può esserci competitività”. Insomma, per la Fit Cisl, o adesso o mai più, se si considerano anche gli investimenti già realizzati e che non possono rimanere incompiuti, e le opportunità date dal Pnrr, con gli oltre 61 miliardi, a livello nazionale destinati alla modernizzazione, sostenibilità e digitalizzazione del sistema infrastrutturale e della mobilità. “Dobbiamo – incalza Pittelli – andare avanti speditamente sulla strada intrapresa e sulla scia degli investimenti già fatti (pensiamo, ad esempio, ai 106 milioni stanziati per la creazione di un polo logistico regionale e ai 200 milioni per l’integrazione fra industrie regionali e porto), senza rimanere indietro: vale a dire che ora, anche avendo a mente la strategia europea dei gradi corridoi, bisogna dare gambe ad una piattaforma intermodale digitalmente connessa, prevedendo l’istituzione di una Zona Logistica Semplificata, un deciso spostamento del traffico merci su ferro, interventi di manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza della rete stradale, l’ampliamento della A4, il raddoppio di linee ferroviarie e opere accessorie per consentire il collegamento con linee esistenti, senza contare l’investimento in risorse umane, soprattutto figure tecniche altamente specializzate nella logistica marittima-portuale.

Mobilità sostenibile e green pass Fari puntati anche sul Trasporto Pubblico Locale (TPL), sul quale la Fit Cisl scatta una fotografia a luci ed ombre.  Se da una parte il comparto è già avviato ad una profonda trasformazione, a partire dal rinnovamento dei mezzi (previsto da qui al 2033 l’acquisto di 723 nuovi mezzi, 366 extraurbani e 357 urbani), non mancano i punti critici, come la cronica carenza di personale, dovuta soprattutto a stipendi risicati e ai rischi del mestiere. “Un autista di bus neoassunto neo assunto – spiega Pittelli – prende 7 euro all’ora e 1100 euro al mese. Collegato al sistema dei turni di lavoro ed allo stress ed ai rischi del traffico dei giorni nostri e soprattutto al costo per la patente e facile capire il disinteresse dei giovani verso questa professione”. Altro elemento di criticità, la scarsa copertura nelle aree interne della regione, come l’Alto Friuli, ma anche la zona Isontina e Carsica. Il Tpl, ma in generale tutto il settore del trasporto, infine, sta pagando pesantemente la pandemia Covid. “Il sistema dei numeri contingentati e soprattutto l’introduzione del green pass sui mezzi – commenta ancora Pittelli – ha creato, e continua a creare, situazioni di stress, sfociati purtroppo anche in aggressioni. Un tema sul quale si sofferma anche al segretario nazionale della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia, presente al congresso e che proprio i giorni scorsi si è confrontato in proposito con il ministero dei Trasporti. “Abbiamo chiesto – riferisce – in via preliminare, di allargare il confronto attraverso il coinvolgimento dei Ministeri competenti, delle Regioni e delle Associazioni datoriali per contrastare il fenomeno delle aggressioni ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti, che si è aggravato ora che questi lavoratori sono tenuti a svolgere anche i controlli anti-Covid. Al tempo stesso abbiamo chiesto un aggiornamento del Dpr 753/80; che le aziende si costituiscano parte civile tutte le volte che un dipendente subisce un’aggressione; il rafforzamento dello status giuridico del personale di front line prevedendo delle aggravanti di pena per questo tipo di aggressioni; un aggiornamento dell’allegato 14 che stabilisce le norme comportamentali del personale in tutti i settori dei trasporti; una formazione specifica per la prevenzione delle situazioni di rischio; la costituzione o il rafforzamento di strutture di protezione aziendale. Abbiamo inoltre ribadito che i controlli relativi alle mascherine Ffp2 e al green pass vanno fatti a terra o in salita coadiuvati dalle forze dell’ordine”.

Impegno ecologico L’altro fronte su cui la Fit Cisl sollecita un impegno forte della Regione è quello ecologico, in particolare della raccolta differenziata. “Nonostante le buone performance del Friuli Venezia Giulia (siamo al 65% della raccolta differenziata dei rifiuti, con l’obiettivo di arrivare al 70% nel 2024), resta il problema della gestione del secco residuo, di cui una buona percentuale viene ancora destinata ad altra regione o all’estero. “Pensiamo che il termovalorizzatore di Trieste produce prevalentemente rifiuti costituiti da ceneri da combustione che sono inviate ad impianti fuori regione per il recupero di eventuali utili nei cementifici. Considerato che il 53% del rifiuto secco va direttamente a combustione e che il restante 47% va in parte a recuperare energia ed in parte si utilizza come combustibile da rifiuto, si può concludere che il destino principale del rifiuto in regione è quello di essere bruciato direttamente. Bisogna assolutamente sfruttare la possibilità offerta dal Pnrr di effettuare tutti quegli investimenti che daranno la possibilità tecnica per la eventuale chiusura del ciclo dei nostri rifiuti presso gli impianti regionali, anche promuovendo sinergie virtuose tra i diversi soggetti gestori”.