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CHIUSURA FERRIERA: SAREBBE L’ENNESIMA BATOSTA PER IL TERRITORIO

La chiusura della Ferriera di Servola? Sarebbe l’ennesima batosta per un territorio già in profonda sofferenza. All’indomani delle dichiarazioni di Arvedi, scatta la preoccupazione di Cgil, Cisl, Uil in allarme per una scelta che, se si concretizzasse, porterebbe al collasso di una parte sostanziale dell’economia provinciale. “Siamo di fronte a un paradosso – tuonano per Cgil, Cisl e Uil, Michele Piga, Umberto Brusciano e Claudio Cinti: da un lato ci sono i dati dell’Arpa che parlano chiaro, certificando come le emissioni siano sotto i valori di legge; dall’altro c’è il Sindaco che si richiama a numeri di tutt’altra natura e di cui vorremmo avere conto”. Insomma un confronto urgente, perché la posta in palio è alta. “Non vorremmo – spingono i sindacalisti – che gli sforzi fatti con l’Accordo di programma in atto, le prescrizioni dinamiche dell’Aia e la dichiarazione, faticosamente ottenuta, di Trieste come area di crisi industriale complessa, venissero vanificati con un colpo di spugna da una parte o da ulteriori azioni del Comune, che hanno più il sapore di uno scontro politico istituzionale, che di vero perseguimento del benessere della cittadinanza, visto anche il risultato della sentenza del TAR”. 
L’obiettivo di chiudere l’area a caldo della Ferriera, e di conseguenza come più volte detto di tutto il sito industriale, non può essere un obiettivo a prescindere dalla migliorata realtà ambientale certificata dagli organi competenti. Ambiente, salute e lavoro sono i valori sui quali come organizzazioni sindacali ci siamo ispirati, e non solo per la Ferriera. Non accettiamo strumentalizzazioni politico istituzionali mascherate.
Chiudere la Ferriera – si legge in una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil – significherebbe, infatti, compromettere in via definitiva lo sviluppo del territorio, che passa necessariamente attraverso l’industria. “Già oggi contiamo circa 8 mila disoccupati, ai quali non vorremmo aggiungere anche i 600 di Servola, senza contare l’indotto”. “Se poi, come a più riprese ha detto, il Sindaco sa dell’esistenza di posti di lavoro che potrebbero compensare quelli persi della Ferriera, lo invitiamo a metterli a disposizione degli attuali disoccupati, senza tentare di chiudere una realtà industriale che funziona, aggravando così il numero dei senza lavoro”- aggiungono Piga, Brusciano e Cinti.
I lavoratori della Ferriera hanno bisogno di vedere, dopo anni di incertezza e cambiamenti di scenari industriali e istituzionali, con la volontà alternata di chiudere o difendere la Ferriera,  tranquillità nel loro futuro e in  quello delle loro famiglie.
“Oggi – conclude la nota – non dobbiamo pensare a chiudere l’industria , ma, semmai, a costruire sviluppo, impegnandoci nel mantenimento e rafforzamento dei posti di lavoro. Come Sindacati evidentemente continuiamo a farci carico di una situazione che, per contro, non sembra interessare alcuni altri soggetti del territorio”.
Rinnoviamo, per questo motivo, a tutti i soggetti istituzionali , sociali e delle categorie economiche l’invito di riattivare il Tavolo dell’economia del Comune di Trieste.