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LA CISL FVG ALLA REGIONE: RIPRENDERE IL CONFRONTO SUL TEMA DELLA DOMICILIARITA’

Confederazione e pensionati della Cisl rilanciano sull’assistenza agli anziani. Rette calmierate e più controlli per le case di riposo, ma anche sostegno economico alle famiglie che scelgono l’assistenza a domicilio

Il tema della domiciliarità è di quelli strategici nel quadro della sanità ideale, tanto che la Cisl Fvg, assieme alla sua categoria dei Pensionati, si appella direttamente alla Regione, per riavviare quel confronto necessario e purtroppo interrotto dall’emergenza pandemica. Ora che, però, grazie anche alla campagna vaccinale, la diffusione del Covid è tornata sotto controllo, parlare di assistenza agli anziani diventa prioritario. “Quello che chiediamo – sollecitano per la Cisl Fvg e per la Fnp regionale, Luciano Bordin e Renato Pizzolitto – è da un lato, un controllo più serrato sulle case di riposo, e dall’altro che venga incentivata la possibilità per le famiglie di accudire i propri anziani entro le mura domestiche”.

Sul fronte delle strutture residenziali, il problema numero uno, fortemente evidenziato anche dalla pandemia, resta quello dell’accreditamento, con la Cisl che spinge per l’adozione di norme più stringenti e standard d’accesso maggiormente elevati. Ma, per il Sindacato, vi è anche l’urgenza di intervenire sulle rette, con la previsione di griglie di costi ben definiti nei minimi e nei massimi, e sul potenziamento dei servizi di prevenzione, a partire dai controlli, che devono essere effettuati senza preavviso alcuno.

E’, poi, sull’assistenza domiciliare che Cisl Fvg ed Fnp insistono con forza, richiamandosi a quel principio cardine contenuto nella legge di riforma 22/2019, che prevede, nell’ambito del cosiddetto “budget di salute” la libertà di scelta, ovvero la libertà di decidere se rivolgersi ad una struttura o se preferire le cure a domicilio con un sistema di garanzie da parte della Regione sui soggetti di assistenza e cura cui le famiglie possono rivolgersi.

“Per noi – commentano Bordin e Pizzolitto – questo è un punto imprescindibile, accanto al potenziamento dei servizi sanitari e socio-assistenziali sul territorio. Lo è così tanto che chiediamo alla Regione di sostenere equamente questa scelta, anche attraverso incentivi economici a sostegno delle famiglie”. La proposta del Sindacato è estremamente concreta: la Regione destini le stesse risorse riconosciute alle strutture per l’occupazione di posti letto, per la copertura di tutti quei servizi (ad esempio, la fisioterapia e l’assistenza infermieristica) indispensabili alle famiglie che scelgono percorsi di domiciliarizzazione, soprattutto per le persone parzialmente non autosufficienti. “Attraverso questo sistema – spiegano ancora Bordin e Pizzolitto – si darebbe effettiva possibilità di scelta alle famiglie, sgravandole di oneri spesso inaffrontabili. Insomma, un sistema di sostegno, che andrebbe ad aggiungersi al Fap, già previsto per le persone non autosufficienti. Chiediamo che mettano al centro i bisogni dei cittadini e non quelli di lobby che hanno al centro solo i profitti, i cui effetti sulle persone più fragili conosciamo”.

Resta, infine, ferma anche la richiesta di dare gambe al fondo assicurativo regionale, contemplato dalla legge 13 del 2012, per la creazione di un fondo regionale e la stipula di polizze per la copertura del rischio di non autosufficienza. Questo mentre è attesa, entro la fine dell’anno, quella legge quadro nazionale sulla non autosufficienza, voluta fortemente dalla Cisl.