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CISL E SICUREZZA SUL LAVORO, IN FVG OLTRE 50 ASSEMBLEE NEI LUOGHI DI LAVORO

Oltre 50 assemblee sul territorio della nostra regione, una manifestazione nazionale a Roma (il 13) e un maxi summit tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige (il 19 a Padova), tutti sotto lo stesso slogan: ”Fermare la scia di sangue”. La questione sicurezza tiene banco anche in casa Cisl, diventando una priorità assoluta, alla luce dei numeri degli infortuni e delle morti sul lavoro che continua ad essere allarmante, alimentato, purtroppo dall’ultimo incidente accaduto ieri alla centrale idroelettrica di Suviana.

“Parliamo di sicurezza, ma oggi è necessario farlo anche immaginando e mettendo in pratica schemi nuovi visto che continuano, statistiche alla mano, a morire, sui posti di lavoro, 3 lavoratori al giorno. Dobbiamo pensare a come non lasciare soli i lavoratori, le RSU, gli RLS e gli RLST (responsabili dei lavoratori per la sicurezza) perché non bastano le norme, ma vanno supportate le persone all’interno dei luoghi di lavoro per farle rispettare. Non servono nuove ed ulteriori norme, ma occorre capire come far rispettare le attuali anche ragionando in “chiave europea” trovando schemi e standard comuni fra paesi e settori produttivi” – commenta per la Cisl Fvg, il segretario generale Alberto Monticco.

Quanto alle iniziative in programma, concluse le assemblee su base territoriale, la questione sicurezza sarà portata il 13 a Roma nell’ambito di un grande momento di confronto al PalaTiziano, dove si riuniranno centinaia di delegati, compresa una nutrita delegazione in partenza dal Friuli Venezia Giulia, di ogni settore produttivo. L’obiettivo è quello di incalzare Governo, sistema delle imprese, autonomie locali per garantire, da un lato, piena attuazione delle misure esistenti, e dall’altro a mettere in campo altri interventi indispensabili per costruire una strategia nazionale organica che freni finalmente questa vergognosa scia di sangue. Obiettivo – questo – che, per riprendere le parole del numero uno della Cisl, Luigi Sbarra – non si raggiunge con estemporanee fiammate emotive, ma che richiede invece un dialogo stabile, strutturato, accompagnato da un fattivo esercizio di responsabilità da parte di ogni attore sociale, politico, istituzionale, verso un Patto con misure e contenuti che impegni ognuno a comportamenti coerenti.

Ultima tappa, poi, il 19 a Padova, con il maxi summit organizzato tra le Cisl di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, quando sul tavolo verranno affrontati i punti chiave sulla sicurezza evidenziati nel manifesto promosso dalla Cisl. In particolare: va rafforzato il contingente di ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, elevando la qualità del coordinamento tra soggetti chiamati a fare i controlli. Bisogna incrementare le pene per il lavoro nero e grigio, poiché oggi siamo fermi a ininfluenti sanzioni pecuniarie. C’è da istituire una patente a punti per qualificare le imprese e legare il “rating” sociale agli appalti. Occorre fare un grande investimento sulla formazione, introducendo la materia anche nei programmi scolastici. É necessario estendere regole e procedure del Codice degli Appalti pubblici ai grandi cantieri privati. É urgente sviluppare e sostenere nuove forme di partecipazione che diano ai delegati dei lavoratori maggiori poteri decisionali e di controllo. Governo, sindacato, imprese si devono trovare dalla stessa parte e remare uniti verso riforme e investimenti che non ammettono ulteriori ritardi o condizionalità ragionieristiche. Le risorse vanno trovate anche nel “tesoretto” dell’avanzo Inail, troppo dirottato sulla contabilità generale dello Stato per coprire il debito pubblico. Sono risorse delle imprese e dei lavoratori, oltre 15 miliardi negli ultimi 10 anni, che devono essere totalmente impegnate su programmi di prevenzione, formazione e per elevare le rendite riconosciute alle vittime.