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BASTA VIOLENZA SULLE DONNE

            Quando fatti così tragici, come l’omicidio di Nadia per mano del fidanzato, ci toccano così da vicino proprio perché consumati nel cuore della nostra regione, oltre ai sentimenti di vicinanza e solidarietà verso i familiari e le persone coinvolte viene naturale domandarsi cosa sta cambiando nella nostra società, cosa potevamo fare e non abbiamo fatto ed il perché a pagare con la propria vita è sempre la donna.
            La violenza perpetuata verso le donne pare non avere fine, anzi sempre più si sta sviluppando una violenza diversa, ‘immediata’, che non dà neanche il tempo necessario per  rendersi conto del reale pericolo  e, di conseguenza, prendere le dovute precauzioni a tutela della propria vita.
            E’ evidente che siamo di fronte ad un’emergenza nuova della cui gravità non c’è piena consapevolezza. Il fatto che le vittime e gli assassini siano sempre più giovani dovrebbe far comprendere che il fenomeno del femminicidio, anche se in lieve calo, è visto, da chi lo commette,  come una soluzione.
            Ma perché uomini, che tra l’altro erano convinti di amare la donna, arrivano a minacciarla, a farle violenza, a picchiarla, ad ucciderla? Perché l’uomo non riesce ad accettare che la donna possa esistere anche senza di lui? Pare viva la libertà della donna ‘nel fare le sue scelte’ come una minaccia verso di lui e verso un ‘suo dominio’. Emerge così l’incapacità dell’uomo ad affrontare il rifiuto, forse per timore dell’umiliazione e della momentanea solitudine affettiva che la fine di ogni relazione può comportare.
            Per combattere e debellare il fenomeno occorre lavorare su nuove e diverse strategie educative, partendo innanzitutto dalle scuole e dall’insegnamento del rispetto dell’altro, della tolleranza e della consapevolezza di sé. Scuola e famiglia devono muoversi ed agire assieme, l’una non si può sostituire all’altra. Alle giovani generazioni deve essere trasmesso che la fine di una relazione affettiva non è un fallimento, ma qualcosa che può succedere e che si supera.
            Anche sul  posto di lavoro è di fondamentale importanza il rispetto della persona! La CISL è da tempo vicina alle Donne, con propri sportelli, per raccogliere segnalazioni in caso di violenza psicologica e/o mobbing, che purtroppo sono molto difficile da provare.
            Aiutare le donne significa fare rete studiando contromisure adeguate a fermare il fenomeno.  CGIL, CISL e UIL del FVG hanno lavorato fianco a fianco per la stesura delle linee Guida  del Protocollo presentato alla Presidente Serracchiani il 25 novembre 2014, che racchiude una serie di interventi concreti – a partire dall’attivazione dei codici rosa nei Pronto soccorso – per sconfiggere quella che è una vera e propria piaga sociale, convinte che le OO.SS. abbiano un ruolo fondamentale nella tutela della persona. Il documento contiene l’indicazione di misure ed azioni, ma soprattutto un’idea di fondo molto precisa: la costituzione di un apposito tavolo inter-istituzionale “cabina di regia” con il compito e la finalità di omogeneizzare l'immenso lavoro svolto fino ad oggi da tutti gli attori, coinvolgendo in modo diretto Istituzioni, Forze dell'Ordine, Prefetture, Ordine degli Avvocati, Centro Antiviolenza, Sindacato e tutti gli Enti preposti.
            A nostro avviso però la violenza sulle donne non terminerà finché non ci sarà un cambiamento anche negli uomini e, soprattutto un modo più completo di affrontare               un fenomeno che sta assumendo i connotati di una inquietante ed orribile “normalità”: sembrerà paradossale, ma serve progettare ed attuare un supporto specifico verso l’uomo, fautore della violenza che si tramuta anche in morte verso la donna ed addirittura verso i figli.
 
                                    Claudia Sacilotto                                            Luciana Fabbro
                        Segretaria regionale CISL FVG                       Coordinatrice Donne CISL FVG