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Cgil Cisl Uil: tagli alla sanità? Gorizia ha già dato

Giù le mani dalla sanità isontina: Cgil, Cisl e Uil della provincia di Gorizia vanno all’attacco e chiedono al presidente della Regione, Renzo Tondo, di bloccare ogni decisione fino alla convocazione di un tavolo di confronto regionale.
«La sanità isontina – scrivono in una nota congiunta Paolo Liva, Umberto Brusciano e Giacinto Menis – non si tocca, specialmente in assenza di una visione d’insieme complessiva». Le tre sigle confederali, assieme alle rispettive categorie di comparto e ai pensionati, mettono, dunque, il veto sulle scelte dell’assessore Kosic, che «in termini esclusivamente ragionieristici, sta spostando risorse senza supportare l’organizzazione delle cure fuori e dentro gli ospedali della provincia, con l’unico chiaro intento di ridimensionare l’autonomia della sanità isontina, ignorando i bisogni del territorio».
I sindacalisti si dichiarano indignati per l’imposizione unilaterale delle determinazioni da parte di Kosic, ma anche per l’assenza di una concezione regionale della sanità. Di fatto, in questo modo, secondo Cgil, Cisl e Uil non si fa che depauperare i servizi socio sanitari del territorio, che ha già visto sparire uffici e funzioni (vedi Inail, Banca di Italia, ospedali di Cormòns e Grado). I sindacati temono che vengano messi a repentaglio «i bisogni veri, quotidiani, di persone deboli e indifese che necessitano di cure ospedaliere o ancor di più di assistenza sul territorio».
Spiegano Liva, Brusciano e Menis: «Siamo fortemente preoccupati del futuro della nostra azienda, che depauperata di specialità e funzioni, rischia già con il 2011 di subire un ulteriore ridimensionamento in un’ottica di area vasta mai dichiarata, ma di fatto praticata in chiave giulianocentrica». I sindacati puntano il dito: «La riorganizzazione del comparto, che ha già portato alla soppressione di due strutture importanti come il Centro servizi condiviso e l’Agenzia, tradisce lo spirito del piano 2010-2012 teso a una maggiore efficienza e qualità. Vengono, infatti, cedute attività, operatori ed utenti all’Ass di Trieste, allontanando i servizi territoriali dalla sede di domicilio dell’utenza ad esempio psichiatria; non vengono informate le rappresentanze sindacali sui progetti di area vasta e le varie modifiche organizzative; non si assumono operatori medici e del comparto, a tacere degli sprechi e inefficienze».
Cgil, Cisl e Uil chiedono di garantire i punti nascita di Gorizia e Monfalcone con nuove soluzioni organizzative e risorse economiche. «Molte specialità e funzioni (a esempio, patologia clinica, diabetologia, centro trasfusionale, psichiatria, urologia, gastrologia, neurologia) – concludono Liva, Brusciano e Menis – passeranno sotto l’Ass triestina o verranno fagocitate in un dipartimento di area vasta con un ridimensionamento del ruolo della Ass 2 isontina. E questa la chiamano opportunità».
I sindacati, infine, chiedono coerenza nelle sedi decisionali ai politici «che, a mezzo stampa, hanno espresso la loro contrarietà al piano di Kosic».