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CASE DI RIPOSO, RIORGANIZZAZIONE INDISPENSABILE PER SANARE LE CRITICITA’ IN ATTO

La Cisl interviene sulla convenzione presentata tra Azienda sanitaria Friuli Centrale e case di riposo: “L’assessore convochi anche le parti sociali”.

La questione delle case di riposo non può più essere rimandata: occorre andare verso una riorganizzazione delle strutture e controlli più serrati. A chiederlo con forza è la Cisl, all’indomani della presentazione del rinnovo della convenzione tra l’Azienda Sanitaria Friuli centrale e le case di riposo della provincia di Udine. Una riorganizzazione che, per il Sindacato, non può prescindere dal confronto, ad oggi irresponsabilmente disatteso dall’assessore Riccardi, con le parti sociali, ovvero con chi rappresenta lavoratori, pensionati e anziani. “Qui si tratta di porre dei punti fermi – spiegano per la Cisl, la coordinatrice di Ast di Udine, Renata Della Ricca e per i Pensionati, Iris Morassi – e delineare il futuro che immaginiamo per l’assistenza agli anziani, partendo dal principio che è alla domiciliarità che dobbiamo puntare e ad un sano equilibrio tra pubblico e privato, senza privilegiare quest’ultimo”. L’emergenza Covid – si legge in una nota sindacale – ha fatto emergere le molte criticità in cui versa il sistema delle case di riposo. “Se siamo d’accordo che la questione dei minutaggi è fondamentale, così come prevede lo stesso regolamento regionale, è altrettanto chiaro che la riflessione non può fermarsi qui, ma deve essere estesa a tutta una serie di problematiche, la cui risoluzione è necessaria per governare le situazioni di emergenza e non: basti pensare, per fare solo un esempio, alla mancanza di figure specifiche e specializzate, come gli psicologi, fondamentali, specialmente in questo periodo, e non previste come obbligatorie, a meno che la casa di riposo non abbia le risorse per pagarle, e in questo caso si torna a privilegiare le strutture private” – incalzano Della Ricca e Morassi. Senza contare l’assoluta incertezza rispetto al futuro: ancor oggi, infatti, gli assistiti delle case di riposo della provincia non possono incontrare i propri parenti e ricevere visite, se non a mezzo di un vetro o a distanza: si tratta di una condizione estremamente pesante per gli anziani a cui si sarebbe già dovuta trovare una soluzione e un relativo protocollo. “Affermare, come è stato fato – concludono Della Ricca e Morassi – che dopo tutto, nella pandemia, il sistema ha retto non solo significa banalizzare le decine di vittime che abbiamo avuto, ma sottostimare gravemente le criticità complessive di un sistema per sua natura delicato e bisognoso di molta attenzione”. “Il nostro auspicio è che non si perda ulteriore tempo e che possa sin da subito essere avviato un confronto costruttivo”.