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LA FISASCAT CISL INCASSA IL SÍ DALLA REGIONE: A PASQUETTA NEGOZI CHIUSI

Nessuna deroga alle aperture dei centri commerciali il giorno di Pasquetta: la notizia, ancora ufficiosa, arriva proprio durante il congresso della Fisascat Cisl Friuli Venezia Giulia riunito stamani a Monfalcone. La categoria incassa, dunque, il sì dalla Regione, stoppando, almeno per il lunedì dell’Angelo, quella scelta di deregulation tanto contestata sin dalla sua approvazione. “Riteniamo – commentano a caldo il segretario della Fisascat, Adriano Giacomazzi, e il segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania – che un passo indietro della politica locale con la decisione di deliberare la chiusura nelle festività sia stata un atto di buon senso a favore dei lavoratori e un segnale per recuperare un rapporto con le tradizioni culturali. Ora auspichiamo che la politica mantenga con estrema coerenza la strada intrapresa, attendendo anche l’ufficialità della pronuncia giudiziaria, che dovrà esprimersi sulla garanzia della sovranità decisionale della politica regionale su una materia istituzionalmente delegata alla Regione Autonoma”.
Soddisfazione, dunque, per i negozi chiusi a Pasquetta, mentre permangono tutte le preoccupazioni legate al ritardo della legge di promozione turistica, attesa ormai da due anni e che dovrebbe vedere, tra le altre cose, la fusione di Turismo Fvg e Promotur. “Siamo ancora al palo e non c’è chiarezza sui tempi di attuazione. Le conseguenze di questo rallentamento sono assolutamente evidenti, basti pensare, per quanto ci riguarda da più vicino, all’impossibilità di praticare la contrattazione di II livello, indispensabile in questo comparto”. Sul fronte del turismo, infatti, le criticità non mancano, a partire dal problema degli stagionali, penalizzati dai lunghi periodi di non occupabilità. Quanto ai numeri, basti pensare che solo attorno a Promotur sono coinvolte stagionalmente oltre 300 famiglie. “Anche a livello nazionale – chiarisce Giacomazzi – stiamo spingendo sulla destagionalizzazione turistica, ovvero sulla necessità di creare le condizioni per aumentare l’utilizzo degli impianti turistici, accorciando così i periodi non lavorati degli addetti ed evitando la fuga delle professionalità verso altri lidi occupazionali.
Se aperture domenicali e turismo hanno tenuto banco durante il dibattito congressuale, non sono mancati anche altri spunti di riflessione: così il problema delle esternalizzazioni sempre più spinte, specialmente nei servizi di pulizia, ristorazione ed assistenza, con la penalizzazione, per i lavoratori, della frammentazione dell’orario di lavoro; così la corsa al ribasso degli appalti, la precarietà di molti settori seguiti dalla categoria, fino alla spersonalizzazione del commercio a vantaggio delle forme automatizzate, sempre più diffuse anche nella nostra realtà.