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VERTENZA KIPRE: SALE LA TENSIONE

Vertice in regione disatteso, mentre sale la tensione: vertenza anomala, che non rispetta il ruolo delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni.

Questa è una vertenza quanto mai anomala: è il modo comunicativo che la diversifica dalle molte affrontate in questi anni e la rende – a detta della Fai Cisl Fvg – irrispettosa del ruolo di rappresentanza delle organizzazioni sindacali e  delle Istituzioni. Soggetti che hanno cercato fin da subito di mettersi in contatto con la proprietà o i loro delegati, a fronte dell’annuncio shock della famiglia Dukcevich e il conseguente deposito della domanda di concordato in bianco presentato presso il tribunale di Modena, il tutto nel bel mezzo delle festività di fine anno.

L’incontro in programma questo pomeriggio, richiesto dall’Amministrazione regionale con a capo l’Assessore alle attività produttive Sergio Bini, avrebbe potuto costituire l’avvio di una interlocuzione e  per avere almeno delle prime risposte sul futuro del Gruppo Kipre. Peccato che sia stato rinviato dalla parte datoriale, all’ultimo momento e a data da destinarsi.

Si tratta dello stesso atteggiamento tenuto con le organizzazioni sindacali: dopo la richiesta di un incontro  urgente già a fine dicembre, venerdì 11 gennaio è arrivata la disponibilità aziendale ad incontrarci; poi, dietro nostra proposta di date, il silenzio assordante.

A questo punto aumentano gli interrogativi …  strategia? Quale prospettiva per le tre realtà produttive della nostra regione?  Quale futuro attende gli oltre 200 dipendenti che con la loro dedizione e professionalità hanno reso importanti queste aziende ? Perché questo silenzio da parte di una famiglia che ha costruito la propria fortuna anche con il contributo attivo di tante  persone del nostro territorio?

La Fai Cisl è fortemente preoccupata per come potrebbe concludersi questa vertenza: per l’intero territorio regionale, lo stesso distretto del Prosciutto di San Daniele e la sua filiera agroalimentare; per le negative ripercussioni che ci potrebbero essere  su tutto l’indotto che il Gruppo Kipre movimenta in regione, dai professionisti  ai piccoli artigiani, agli stessi fornitori di prodotti e/o accessori che con le loro maestranze non sono di secondo ordine in termini numerici  come pure di fatturato.

Gli advisor che la famiglia ha incaricato e la stessa famiglia Dukcevich dovrebbero in cuor loro rammentare, che le lavoratrici ed i lavoratori attendono dal 28 dicembre risposte per il loro futuro. Il silenzio o il tentare di prender tempo potrebbero anche essere una strategia … ma non fanno che alimentare tra i lavoratori preoccupazione e tensione.

Che fine ha fatto per il Gruppo Kipre la responsabilità sociale d’impresa?