Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > ABOLIZIONE VOUCHER: IN AGRICOLTURA NESSUN PROBLEMA

ABOLIZIONE VOUCHER: IN AGRICOLTURA NESSUN PROBLEMA

Si legge dalla stampa che alcune categorie economiche agricole sono pronte a dar battaglia a ‘tutela dei voucher’, in quanto parrebbe quasi che le aziende agricole restino senza strumenti per far operare saltuariamente e quindi retribuire alla luce del sole i lavoratori nelle aziende agricole.
 E’ il caso di tranquillizzare tutti. In quanto proprio il settore agricolo, rispetto alle imprese di altre categorie economiche, ha delle tipologie contrattuali,  previste sia nel CCNL che nei Contratti provinciali di tutto il territorio nazionale/regionale, che permettono l’assunzione degli Operai agricoli e florovivaisti anche per pochi giorni nel corso d’anno ed anche  con continuità negli anni.
Si potrebbe modernamente definire ‘un lavoro a chiamata’, contrattualizzato però decenni di anni fa proprio per le caratteristiche variabili del settore primario influenzato sia dalle condizioni meteo sia  dalla maturazione dei prodotti agricoli.
 Inoltre il costo orario previsto nel caso della raccolta e/o della vendemmia non cambia di molto, infatti oggi nella nostra regione è di € 7,19 lordi all’ora comprensivo di TFR per il lavoratore, mentre il costo complessivo a carico azienda è inferiore ai € 10,00. Attuale valore del voucher.
 In realtà lo strumento dei voucher, in agricoltura, come già più volte sottolineato ai lavoratori tolgon tutele: da quelle  contrattuali a quelle previdenziali. Il lavoratore infatti non può accedere all’indennità di malattia, alla disoccupazione agricola, agli assegni familiari, che è bene ricordare non sono a carico dell’azienda, e potrebbero dare un’importante integrazione al reddito da lavoro dipendente.
 L’utilizzo dei voucher in agricoltura, infine, non ha risolto in alcun modo il problema del lavoro irregolare, come pare si voglia far credere,  perché in campagna sono molto difficili i controlli ispettivi ed è diffusa la pratica del ‘mescolare’ il lavoro irregolare con quello regolare e/o dei voucher, creando delle vere sacche di grigio.
 Solo con maggiori controlli degli enti ispettivi preposti la piaga del lavoro irregolare potrà essere risolta, ma purtroppo questi enti lamentano mancanza di risorse per poter operare in modo efficace.
 La posizione della CISL infine è che i voucher nati con la legge Biaggi (30/2002) per coprire lavori del tutto discontinui, hanno assunto negli anni una dimensione molto diversa, tanto che la stessa Cisl ha chiesto ai Governi che si sono succeduti di cambiare la legislazione portandola alle origini. Ora però l'abolizione dei voucher anche per soggetti sociali come le famiglie crea di fatto un vuoto che rischia di allargare il lavoro nero. Il governo fautore di questa scelta, si è impegnato a portare alle parti sociali proposte per colmare questo vuoto e la Cisl è in attesa che lo faccia.