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PENSIONATI CGIL, CISL, UIL TRIESTE IN PRESSING SUL WELFARE LOCALE: SERVE SALTO DI QUALITÁ

Sindacati in pressing sulle partite del welfare locale: nel mirino di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati di Trieste c’è un sistema zoppicante, che sta mettendo a dura prova molti anziani del territorio, quel 28% della popolazione destinato, nel giro di una manciata d’anni, a crescere ancora e che oggi fa i conti non solo con le inefficienze della sanità e del sociale, ma anche con l’impoverimento dettato da pensioni sempre più basse e perdita del potere d’acquisto.
“Di fronte ad un quadro demografico di questo tipo – spiegano per le tre federazioni, Adriano Sincovich, Pierangelo Motta e Giuliano Folchini – si impone un salto di qualità sul welfare, attraverso una stagione di rinnovata progettazione generale, capace di superare carenze e difficoltà ormai evidenti”. Nel concreto è la piattaforma territoriale presentata da Spi, Fnp e Uil Pensionati a definire le cose da fare con urgenza e che richiedono l’apertura di un “confronto sociale largo, organico e duraturo” ed una nuova stagione di concertazione.
Punto di partenza il capitolo sanità, aggravato da una riforma non ancora conclusa e dal rischio che il buon livello di prestazioni territoriali raggiunto in passato possa essere messo in discussione. “Occorre – incalzano i Sindacati – portare a compimento alcuni punti essenziali, indispensabili per far decollare il territorio: vale a dire, in particolare, i Cap e le nuove forme associative dei medici di medicina generale e questo per garantire i servizi territoriali, molto spesso “più dignitosi” per le persone anziane rispetto a quelli dell’ospedale”. Occorre, in altri termini, l’effettivo spostamento di risorse dal sistema ospedaliero a quello territoriale, attraverso la conferma del ruolo dei distretti sanitari nel presidio organico dei bisogni espressi. Di qui l’appello diretto alla ASUITS di aprire un confronto, a partire dai Cap, che non solo devono essere attivati dove non ci sono, ma anche arrivare a coprire le richieste dell’utenza 7 giorni su 7 per 12 ore al giorno, per dare risposte sia ai bisogni di medicina generale, che specialistica.
Altro punto critico, lo stop della riforma regionale dell’assistenza sociale da tempo auspicata, con la conseguenza che oggi, nonostante significative presenze assistenziali, molte famiglie sono costrette ad arrangiarsi, spesso in condizioni di vita non accettabili. Per Cgil, Cisl e Uil va assolutamente aperto un confronto politico sui risultati della programmazione pubblica a quasi dieci anni dallo strumento dei Piani di Zona, e, al pari, avviati monitoraggi stabili sulla gestione delle risorse messe a bilancio a favore degli anziani, sul sostegno dei redditi e sugli interventi sull’area di integrazione socio-sanitaria, con particolare attenzione alla non-autosufficienza, il cui relativo Fondo va rafforzato ed erogato in tempi certi.
Infine, resta alta l’attenzione dei Sindacati sulla questione della previdenza con il rilancio delle relazioni locali con l’Inps e della piattaforma generale su fisco e pensioni elaborata dalle confederazioni nazionali.