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FRIDAYS4FUTURE: INVESTIRE SUI PATTI DI COMUNITA’

Saranno i patti tra cittadini che vivono lo stesso territorio a tutelare l’ambiente? E’ possibile limitare, attraverso nuovi processi di partecipazione dal basso, lo sfruttamento delle risorse e arginare la pressione imposta dalle multinazionali e da un’economia trita-tutto? Dall’Amazzonia al Friuli Venezia Giulia, la domanda risulta la stessa, così come la risposta, ovvero la necessità di ripensarsi a livello di comunità, assumendo anche nuove responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle attività insediate. Nella giornata del Fridays4Future, lanciato da Greta Thumberg, Iscos e Fai Cisl Fvg si interrogano su come salvaguardare quel legame, entro un contesto di cambiamento – climatico e produttivo – ormai innescato. E’ chiaro – emerge in casa cislina, grazie anche ai contributi dei partecipanti alla tavola rotonda (la professoressa Lucia Piani e i rappresentanti di Cisl, Iacos e Fai) – che va sperimentato un nuovo modello sociale basato sulla concertazione tra attori, teso  a preservare il territorio in cui viviamo, a sostenere una produzione industriale virtuosa e legale,  a garantire nuovi percorsi di consumo dinnanzi ad una globalizzazione esasperata. Se una mela biologica acquistata in un negozio a Udine – rivela la professoressa Piani – per arrivare sulla nostra tavola deve farsi 15mila chilometri in giro per il mondo, è chiaro che qualcosa va ripensato. Bene, dunque, per la Cisl  la legge regionale  4 del 2017 (passata sotto silenzio e rispetto alla quale il Sindacato chiede un confronto con la Regione) sull’economia solidale, ma molto, anche dal punto di vista legislativo, va ancora fatto. Basti pensare alla normativa nazionale sul consumo di suolo o ad una legge “salvamare”, già chiesta dalla Fai Cisl, per riconoscere anche il lavoro dei pescatori che raccolgono con le loro reti le plastiche in acque aperte. Altro passaggio fondamentale, quello del lavoro, tema strettamente intrecciato alla tutela dell’ambiente, se si pensa, ad esempio, anche allo sfruttamento delle popolazioni dell’Amazzonia in un contesto di deforestazione imperdonabile (in sette mesi, riferisce Paolo Pozzo dell’Istituto di cooperazione e sviluppo della Cisl, è stata disboscata un’area pari alla superficie della Giamaica). Guardando dentro i nostri confini, invece, a rappresentare lo sfruttamento in uno dei settori ambientali per eccellenza, ovvero l’agroalimentare, è il segretario nazionale della Fai Cisl, Onofrio Rotta, che punta il dito contro l’odioso fenomeno del caporalato, che in Italia colpisce oltre 300mila lavoratori, e che trova il suo “salvacondotto” nei nuovi voucher introdotti dal Governo. “Occorre – sintetizza il segretario della Cisl Fvg, Alberto Monticco – ripartire da un’attenzione di prospettiva verso il legame che unisce il territorio all’uomo e che non può prescindere da un’idea forte di concertazione e condivisione tra i decisori politici e la collettività: un’idea che deve investire tutti i settori, dall’agroalimentare, passando per l’industria e l’edilizia, dove molte cose devono ancora essere fatte, basti, ad esempio, pensare al recupero degli immobili, oggi sacrificato a favore dell’occupazione di nuovo terreno. Questa è la sfida che anche la Regione dovrebbe porsi”.