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ROMANELLO, 150 FAMIGLIE VOGLIONO RISPOSTE

Nervi a fior di pelle alla cartiera Romanello di Basaldella: notizie più o meno buone si alternano per la soluzione della crisi e, quando è il momento del pollice verso, si perde la speranza e monta la rabbia. Quattro mesi senza salario cominciano a pesare: per una parte dei lavoratori, che contavano sul compenso Cigs dal Tfr, nulla da fare in quanto il commissario che potrebbe sbloccare questi fondi non è stato ancora nominato. C’è chi ha approfittato della disponibilità offerta dalla Bcc, in base ad accordi Regione-sindacati, per anticipare i compensi previsti dalla cassa integrazione, già di molto decurtati rispetto allo stipendio. Ma altre famiglie sono in una situazione critica: «Siamo nel limbo», protestano. La procedura fallimentare in atto, giunta alla fase di pre-concordato, blocca ogni possibilità dei dipendenti di usufruire eventualmente della mobilità, per cui tutto è fermo. Ma non le spese familiari, cui non si sa come far fronte in alcuni casi. Le rsu Cgil e Cisl fanno il punto: «La cartiera è ferma da febbraio e tutte le maestranze, in Cigs da giugno, non ricevono l’indennità economica prevista dagli ammortizzatori sociali. Nelle scorse settimane è stato presentato al tribunale di Milano il pre-concordato liquidatorio: si attendono con fiducia la presentazione del concordato definitivo e l’arrivo di un commissario nominato dal Tribunale, che possa avviare trattative con eventuali acquirenti». L’ipotesi, che aveva portato una ventata di ottimismo, dell’ingresso in azienda di un Cavaliere bianco pare destinata a sfumare, «mentre fonti non confermate riferiscono interesse da parte di altra azienda. Il trascorrere dei mesi in assenza di notizie certe anche da parte aziendale non fa che aumentare la frustrazione. A ciò si somma la rabbia per notizie contraddittorie che all’ipotesi di soluzione alternano informazioni opposte, in un avvicendarsi di speranze e disillusioni». Si chiede «all’azienda più chiarezza e rispetto; alle istituzioni, Regione in primis, che da tempo hanno garantito a parti sociali e lavoratori impegno a cercare una soluzione, domandiamo di non abbandonare una realtà produttiva tra le poche in Fvg a lavorare la carta riciclata e a non abbandonare 150 famiglie, senza contare l’indotto, il cui futuro pare sempre più incerto. Chiediamo in tempi brevi l’apertura di un tavolo a cui partecipino tutti i soggetti in grado di fare chiarezza e dare risposte ai lavoratori».