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OSPEDALE, STOP ALLA COOPERATIVA. PASTI EROGATI DA OPERATORI INTERNI

La spending review inizia ad abbozzare effetti sulla sanità provinciale. Le indicazioni di ridurre i costi del servizi del 5% sta imponendo alla direzione dell’Azienda ospedaliera una revisione delle diverse voci di spesa senza, possibilmente, penalizzare i servizi. Da qui l’ipotesi di intervenire sulla «distribuzione del vitto – spiega il segretario provinciale della Fp Cisl, Paolo Florean -, oggi gestita dalla ditta Pedus, per riaffidarla agli Operatori socio-sanitari dei reparti. Una scelta che non condividiamo e per diversi aspetti. Il primo, perché la riduzione dei costi non può ricadere sul personale della Pedus; secondo, la distribuzione dei pasti assegnata agli Oss appesantirebbe la già difficile situazione nei reparti, non sarebbe gestibile e ricadrebbe sui pazienti». A giudizio della Fp Cisl, prima di ogni azione, andrebbe calendarizzato un incontro «nel quale affrontare il tema dell’applicazione dell’articolo 16 del decreto legge 98, che consente di esaminare il bilancio dell’Azienda verificando se sia possibile recuperare risorse da distribuire al personale, visto il blocco dei contratti, e permetterebbe di verificare in che modo vengono spesi i soldi». Nel corso dell’incontro tra la direzione degli Ospedali riuniti e i sindacati, si è discusso anche del Progetto Maniago, sul quale la Fp Cisl mantiene tutte le sue perplessità. «La creazione degli Ospedali riuniti – prosegue Florean – avrebbe dovuto permettere una risposta ai bisogni dei cittadini dell’area nord, in maniera diversa dalla semplice applicazione degli ordini della Regione (chiusura del posti letto di medicina con ampliamento della Rsa, trasformazione del pronto soccorso in punto sanitario). L’averci comunicato quanto prevede la legge – rimarca il sindacalista – ha evidenziato ancora una volta che le direzioni, sia quella ospedaliera che della Ass 6, non hanno a cuore i cittadini della provincia. Si potevano trovare soluzioni diverse analizzando i bisogni della gente e anche i dati di fuga dei cittadini dell’area nord verso altre strutture». Sulle assunzioni, da un lato buone notizie, l’Azienda ospedaliera infatti ha deliberato l’assunzione di 72 operatori del comparto e 33 tra medici e sanitari. «Di questi 72 operatori – spiega Florean – 23 sono Oss e 30 sono infermieri. Anche con questo cospicuo pacchetto di assunzioni assistiamo però ad una politica basata sui numeri (arriviamo a 2.806 persone in organico): tutto rimane come prima, tanti escono, tanti entrano. Nei reparti e nei servizi, invece, assistiamo ad un aumento dei ricoveri, un calo delle prestazioni esterne, un aumento di quelle interne. A tutto questo va aggiunta la “dimenticanza” tra proposta e realizzazione di progetti che pure l’Azienda aveva previsto, un esempio è la composizione degli equipaggi di pronto soccorso che dovevano sempre essere formati da tre operatori (autista, Oss e infermiere). Abbiamo ribadito – ricorda le richieste della Fp Cisl – che bisogna rivedere i piani di lavoro e l’organizzazione perché i cittadini della provincia hanno il diritto di vedersi offerta la stessa qualità in tutti gli ospedali». Infine, tornando alla spending review, le ferie pregresse non possono più essere reribuite a coloro che lasciano l’azienda, ma vanno godute. «Solo che le sostituzioni di personale scatteranno solo dopo che il rapporto di lavoro è cessato, con un intuibile appesantimento dei carichi di lavoro nei vari reparti».