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Riforma della scuola secondaria di II grado. Intervento di Donato LAMORTE, Segretario Regionale Cisl Scuola Friuli VG

             Il Consiglio dei Ministri ieri ha licenziato la riforma della scuola secondaria di II grado. Con un tratto di penna ha cancellato quanto di buono aveva prodotto quella scuola, ha cancellato la storia della formazione specialistica che con il lavoro serio dei suoi operatori e l’impegno degli studenti negli anni, hanno modificato la struttura tecnologica del nostro paese, dal carbone alla micro robotica, al sincrotrone.

              Dal prossimo anno scolastico, partirà la nuova scuola chiamata del secondo ciclo, della quale tutti sono inscienti di cosa è, e cosa sarà.

             Cosa certa che questa riforma, anzi, da oggi quando sentiamo i politici parlare di riforma, bisogna sicuramente pensar male, perché sono tagli allo stato sociale, e nella fattispecie questo è stato fatto.

             L’azione politica di questo governo, si è sviluppata sottovento, cioè come il predatore per avvicinarsi alla cacciagione, senza che questa lo scorga, sceglie la posizione ove il vento lo lambisca dopo la preda. Cosi ha lavorato questa maggioranza. Ha iniziato da lontano, con le prime invettive nei confronti del lavoratori del pubblico impiego, compresi quelli della scuola, campagne delegittimanti e offensive con la partecipazione dei media favorevoli e soloni compiaciuti di qua e di la. Un lavorio alla pancia del “popolo” che non consapevole del progetto, perché nel programma elettorale non c’era una sola parola sulla scuola, ha condiviso il “dagli all’untore”.

             Tutti sanno, che il bilancio della scuola più del 90% è spesa corrente, serve per pagare gli stipendi, ma i soloni e mal pensanti hanno continuato ha seminare gramigna, facendo passare il verbo: quei soldi erano spreco di danaro pubblico.

            Preparato il campo, forti di una maggioranza fortificata e di una opposizione litigiosa, non hanno avuto bisogno neanche di seminare, sono andati direttamente al raccolto, in quattro righe della legge finanziaria dello scorso 2008, hanno cassato dal bilancio della scuola, quasi nove miliardi di Euro, che se tradotti nelle vecchie lire, non basterebbe un rigo intero di questa pagina per rappresentare la cifra. Questo è il taglio effettuato ai danni della scuola statale, altro che riforma.

             Quindi, l’unico modo per recuperare il danaro, era solamente preoccuparsi di tenere mansueto il “popolo” per fare della scuola e dei suoi lavoratori carne da macello. Non hanno mai affermato che tagliavano posti di lavoro. Non si sono sporcate le mani, come fa il macellaio per garantirci la bistecca, sono intervenuti sull’organizzazione oraria in tutti i segmenti della scuola a partire dalla primaria. Va da se che diminuendo il tempo scuola sarebbero diminuiti anche il numero dei lavoratori e diminuendo il numero dei lavoratori cresceva il risparmio, fino ad arrivare ai quasi nove miliardi di euro.

             Ma questo risparmio, tutto sulla pelle dei lavoratori e già da quest’anno scolastico migliaia sono rimasti a casa senza lavoro, dove è andato a finire, a tutt’oggi le scuole sono senza un euro, in fase di collassamento. Le scuole in Friuli V.G., vantano più di 20 milioni di credito nei confronti del Ministero della pubblica istruzione e su questa questione i grandi soloni non spargono il verbo astenendosi di intervenire a sostegno. Forse per finanziare le scuole, le stesse devono tentare la fortuna al gratta e vinci?

             Dal prossimo anno scolastico troveremo il II ciclo di scuola cosi modificato: Licei in Classico, Scientifico, Musicale, Coreutico, Istituti Tecnici e Istituti Professionali, questi ultimi trattati diversamente.

             Tutti inizieranno dalla prima classe, ma disgraziatamente i tecnici e i professionali dovranno pagare dazio, avranno contestualmente la riduzione del percorso curriculare anche nelle altre classi fino alla IV. Sono figli di un Dio minore, no, servono per far cassa a recupero dei sopracitati miliardi di euro.

             Nasce un nuovo ciclo scolastico, voluto solamente dal Governo, non discusso e condiviso con le parti sociali, non discusso e condiviso con chi opera e si sacrifica dentro, tutti i giorni, non discusso in Parlamento, subito dal “popolo” e dagli studenti.

             Parte un nuovo ciclo senza che sia stato previsto un consistente piano di supporto in termini di formazione e riqualificazione del personale cui è affidata la gestione dei nuovi ordinamenti. Insomma, hanno fatto tutto loro, hanno scelto loro il destino della scuola e dei nostri ragazzi.

             Ormale, forse sarebbe bene, che qualcuno dei nostri governanti frenassero l’estremismo di chi continua a imporre utimatum sul contenimento della spesa: il risparmio non può definirsi tale, quando avviene a scapito della qualità dell’istruzione e della formazione, a scapito di tanti lavoratori, da anni precari, che hanno investito la vita nella scuola, costruito una famiglia nel lavoro e nel sacrificio e che non riusciranno più a mantenere.

             Logiche di mero contenimento della spesa e con un progetto di scuola povero di proposte, alimentate dall’estremismo di contenimento dall’uomo della borsa, come già avvenuto in larga parte, con i provvedimenti fin qui adottati sulla scuola a partire dalla primaria, senza investimenti e con un tempo scuola fortemente diminuito, restituirà al “popolo” una scuola povera di idee, asfittica nella programmazione, rattrappita nella sua solitudine.

Palmanova, 8 febbraio 2010