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PROVINCIA E REGIONE CREDONO NELL’INDUSTRIA CHIMICA AD ALTO CONTENUTO TECNOLOGICO E INNOVATIVO?

Se ne è discusso oggi a San Giorgio di N. nel corso dell’attivo della Femca Cisl

Il segretario Augusto Salvador: chiediamo a tutti un impegno serio per il rilancio della Bassa.
La chimica? Volano per l’economia dell’intero territorio

Di Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg

Udine, 16 marzo 2007

Per il futuro della Bassa servono interventi concreti, impegno serio di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, dalla Provincia alla Regione, supporto alle aziende ed ai processi innovativi, rilancio dell’occupazione.
La ricetta è della Femca Cisl di Udine, questa mattina riunita a San Giorgio di Nogaro.
“Siamo preoccupati per la gestione delle problematiche del territorio – spiega il segretario provinciale di categoria Augusto Salvador – per come sta andando la progressione delle bonifiche, sia di Porto Nogaro, sia dei terreni limitrofi, per la carenza di infrastrutture, che paralizza le scelte industriali e, conseguentemente lo sviluppo produttivo, per le opportunità che non si stanno cogliendo e che vanno ad incidere pesantemente non solo sul settore della chimica (fatturato che supera i 500 milioni), ma anche su altri comparti collegati: agro-industriale, pesca, attività portuale, cantieristica-diportistica”.
Interventi concreti Ripristinare le vie fluviali di accesso al sito di Torviscosa, ancora sotto sequestro giudiziario e a Porto Nogaro, che serve la Zona industriale. Se non verranno ripristinate le agibilità delle vie d’acqua e dei terreni oggi vincolati – spiegano i vertici del Sindacato – tutta la Bassa Friulana pagherà un prezzo altissimo in termini di mancato sviluppo, e con il rischio ulteriore di non poter bonificare le aree in questione perché le aziende, che ancora credono possibile il rilancio del territorio, se ne saranno andate o non saranno più in grado di mantenere redditive le loro produzioni. Ma va anche sostenuta l’infrastruttura portuale, risorsa alternativa al trasporto su gomma e per il ricevimento/spedizione di materie prime, indispensabile per le importanti aziende insediate, dall’industria siderurgica, alla chimica, alla cantieristica.
Impegno serio di tutti i soggetti Attivazione immediata di un tavolo territoriale che veda coinvolti gli assessori provinciali all’Ambiente e alle Attività produttive per valutare le azioni da mettere in campo per agevolare al massimo le imprese che nella Bassa hanno deciso di investire milioni di euro. Alla Regione, invece, la Femca chiede un impegno decisivo e concreto anche sostenendo il Commissario straordinario (Moretton) nelle iniziative sulla laguna di Grado e Marano e nei rapporti con il Governo, mentre all’assessore Bertossi, il rilancio vero del settore ad alta innovazione della biochimica e dei settori collegati.
Supporto alle aziende ed ai processi innovativi Parola d’ordine: promuovere le nuove tecnologie. Come? Per esempio riservando una piccola parte (5-6 milioni, sui 50 disponibili) del fondo di ventur capital “Alladin”, avviato dalla Regione, alle iniziative che sviluppino innovazione nel settore chimico e delle bio nano applicazioni collegate. Una soluzione – spiegano i vertici della Femca – che potrebbe fare da volano ad altri investimenti, favorendo la riconversione del sistema e sviluppando al massimo le filiere territoriali tra settori diversi.
Volontà di rilancio del territorio In questa direzione va sicuramente il Piano industriale della Snia Caffaro: 120 milioni, da spendere quasi interamente a Torviscosa per rinnovare l’impianto di cloro/soda, per l’avvio delle nuove produzioni di Biodiesel e di Bioetanolo. Una scelta verso l’oleochimica dei nuovi carburanti, che si innesta perfettamente con la filiera agroindustriale. Ma un ulteriore passo in avanti sarà anche la realizzazione da parte della società Sfir di un ulteriore impianto per la produzione di biocarburanti da masse vegetali e da olii vegetali, che sarà realizzato nell’area dell’Aussa Corno e rilancerà la produzione delle barbabietole da zucchero, altrimenti compromessa dalla mancanza di contributi europei.
Occupazione Bisogna assolutamente incominciare ad invertire il trend dell’ultimo decennio: un migliaio di posti di lavoro persi, pesanti tagli al personale della Snia, mobilità per i dipendenti della Birra Castello, ridimensionamenti alla Maruzzella, chiusura di Codolo, Lt e Socopel, impoverimento delle professionalità, specialmente femminili. Tuttavia – secondo i vertici della Femca – il rilancio dell’occupazione deve guardare anche alla qualità, incentivando l’assunzione di laureati.

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Sciogliere il nodo delle bonifiche
LA FEMCA CISL DI UDINE: RILANCIARE LA CHIMICA NELLA BASSA FRIULANA
Il futuro? I carburanti da biomasse, ma bisogna cominciare a sostenere un sito dalle grandi potenzialità

Il futuro della Bassa friulana è, e deve essere, la chimica, non solo per la vocazione storica del territorio, ma anche per le potenzialità del sito di Torviscosa. Per questo, però, è necessario valorizzare le esperienze positive in corso (per esempio il centro di ricerca Serichim), liberando dai pesanti vincoli, anche imposti da bonifiche che procedono con ritardo e nell’incertezza, l’attività delle imprese e favorendo i processi di insediamento. Di qui la proposta (ancora al palo, lamenta il Sindacato) a suo tempo elaborata dalla Femca Cisl e di cui portavoce è stato l’Osservatorio Chimico Provinciale, di rivitalizzare la presenza della chimica in chiave innovativa, partendo da un fondo di venture capital che possa sostenere e far decollare piccole aziende con idee innovative, a basso impatto ambientale, specializzate nella produzione di biocarburanti.
Naturalmente la spinta sulla chimica passa per una serie di interventi necessari ed obbligati – ha spiegato il segretario regionale della Femca Cisl Davide Battiston. Così, ad esempio, un intervento del Governo come quello fatto su Porto Marghera, il riavvio concreto dell’Osservatorio provinciale della chimica, inspiegabilmente lasciato cadere, implementare la ricerca sul territorio sulla base di un progetto concreto e sostenuto con risorse dedicate, abbattere i costi ed i tempi, sviluppando anche la rete infrastrutturale, avviare, a livello regionale, un processo serio sullo smaltimento dei rifiuti.
Ma serve soprattutto – ha spiegato il segretario della Cisl di Udine Roberto Muradore – che il territorio, inteso come forze politiche ed imprenditoriali, recuperi un’idea di sé e, conseguentemente, capacità progettuale e di “fare sistema”. Serve – ha aggiunto il sindacalista – una maggiore responsabilizzazione dei soggetti, ed amministratori che, invece di praticare politiche insipienti, svolgano un ruolo propositivo, concorrano attivamente alla costruzione del futuro di un territorio in cui ci si muove ancora, e purtroppo, in ordine sparso”.
Indispensabile, anche secondo il segretario regionale della Cisl Lorenzo Garziera, il coinvolgimento di tutti gli attori nelle definizione delle strategie di gestione del territorio. “Chiederemo – ha anticipato il segretario – l’attivazione anche di un tavolo regionale, sulla base dell’accordo di concertazione siglato con la Giunta nel 2004. Un tavolo all’interno del quale avviare un percorso virtuoso e individuare in che direzione e con quali strumenti sviluppare l’area della Bassa Friulana, partendo dalla necessità di colmare il gap dell’investimento in tecnologie e conoscenze.