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Oggi al Green Hotel di Magnano in Riviera, l’8° congresso della Cisl dell’Alto Friuli. Verso la riconferma, Franco Colautti

LA MONTAGNA TORNI AD ESSERE SINONIMO DI OPPORTUNITA’
Domani, l’elezione dei nuovi vertici

E’ iniziata oggi al Green Hotel di Magnano in Riviera, la due giorni congressuale della Cisl dell’Alto Friuli, che vede verso la riconferma il segretario uscente Franco Colautti.
In attesa delle votazioni per il rinnovo della dirigenza (in programma per domani nella tarda mattinata, sempre al Green Hotel), oggi è stata la giornata dei bilanci dell’attività sindacale e, soprattutto, delle proposte. Proposte per il rilancio della montagna, che – a detta di Colautti – deve tornare a riscoprire se stessa in chiave di opportunità.

La strada – indicata dal Sindacato – va dunque in direzione di una maggior valorizzazione del territorio, oggi “bloccato”, ad esempio, da troppi soggetti con potere decisionale. “E’ indispensabile – commenta il segretario uscente – oltre a proseguire nella riforma del sistema delle autonomie locali, avviare con decisione un processo vero e generale di semplificazione dei livelli decisionali, di condivisione degli obiettivi e di rafforzamento dei ruoli di regia sul territorio, la cui attrattività passa anche attraverso strutture d’eccellenza come Agemont e il Distretto dell’informatica, sui quali gravano, purtroppo, ancora molti interrogativi”.

Tuttavia, i nodi ancora da sciogliere riguardano la visione della montagna nel suo complesso. “Come Cisl dell’Alto Friuli – spiega Colautti – avevamo forti aspettative sull’approvazione di un Progetto Montagna che promuovesse azioni di sviluppo duraturo e sostenibile: su questi temi abbiamo inutilmente chiesto un incontro con la Regione, ancora senza risultato”. Quella che attende il territorio, infatti – per il Sindacato – è una sfida concreta ed attuale, che porti a salvaguardare l’identità ed il valore della comunità, consentendo di razionalizzare al meglio i servizi.

A partire da quelli “sociali”, con una rete efficiente di ambulatori, di strutture residenziali, con la riclassificazione delle case di riposo, una politica seria per le badanti e il superamento della carenza di medici di medicina generale e di pediatri. “Ma occorrono – spiega Colautti – anche altri interventi strategici da sviluppare attraverso l’elaborazione di politiche territoriali lungimiranti: penso ai servizi per le imprese come la banda larga, al ruolo dei Centri per l’impiego, ma anche alla casa per le giovani coppie ed i soggetti deboli”.

Interventi a 360 gradi, dunque,  che però non si possono definire sulla base dei “si dice” e “si pensa”. Proprio per questo, la Cisl dell’Alto Friuli, per discutere su dati oggettivi del “dopo-crisi”, ha commissionato al dottor Gianfranco Macchi, giovane ricercatore di Cave del Predil, un’indagine sul comprensorio e le sue potenzialità (vedi allegato). La fotografia scattata lascia pochi dubbi: se è vero che ciascun ambito considerato (Val Canale-Canal del Ferro, Carnia, Gemonese, Collinare e Torre) evidenzia al suo interno una varietà di situazioni e presenta squilibri sotto i profili dell’assetto demografico, della dotazione di servizi e dello sviluppo economico produttivo, è altrettanto vero che la comparazione fa emergere anche rilevante elementi in comune, che fanno dell’Alto Friuli un sistema policentrico di ambiti locali, fortemente competitivo se solo meglio governato nelle sue molteplici articolazioni. I punti critici sono noti – frammentazione, limiti dimensionali dei Comuni, spopolamento, elevata età demografica – le potenzialità spesso sottovalutate, a partire dalla posizione confinaria e dalla vocazione turistica.

Una fotografia complessiva a luci ed ombre, dunque. In questo contesto si pongono la crisi generale, ma anche alcuni strumenti approntati dal Sindacato, a partire dalla riforma del modello contrattuale di recente siglato da Cisl e Uil con tutte le associazioni datoriali e Governo. Temi su cui torna anche la segretaria nazionale Anna Maria Furlan, ospite oggi del contgresso. Dobbiamo – dice la confederale – guardare in faccia la crisi economica senza attardarci oltre su quegli interventi di cui il Paese ha bisogno per rilanciare e rimettere al centro il lavoro e l’economia reale”. Interventi  come il sostegno al reddito e alla famiglia, ma anche nuovi ammortizzatori sociali, che “in sintonia con gli ultimi provvedimenti adottati con l’accordo Regioni-Governo sulle casse in deroga, amplino la platea dei lavoratori e lavoratrici beneficiari”.

Ma accanto a questi strumenti – secondo la Furlan – occorrono scelte complessive di sviluppo sia in termini di settore, che di innovazione e ricerca. Un primo passo fondamentale in questa direzione viene dall’accordo siglato sulla riforma del modello contrattuale, che rafforzerà la contrattazione di secondo livello a tutela dei redditi dei lavoratori. “Va segnalata –

conclude la segretaria – la grande lungimiranza della Cisl nel creare le condizioni perché tutte le associazioni datoriali sottoscrivessero l’accordo”. “La Cgil – aggiunge – resta isolata avendo optato per una scelta diversa dalla piattaforma unitaria originariamente condivisa e per una linea che ha poco di sindacale e molto di movimentismo”. Poi il monito: “Per affrontare la crisi e costruire il rilancio del Paese è necessaria la piena responsabilità di tutti i soggetti”.

Maria Teresa BAZZARO
Ufficio Stampa Cisl FVG