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MOBILITA’, IN FVG CENTINAIA GLI INSEGNANTI IN ATTESA DI TRASFERIMENTO

Una battaglia della Cisl Scuola regionale, che si aggiunge alla  proroga dei contratti Covid e lo sblocco dei pagamenti per i supplenti

Si sono da poco chiusi i termini per la presentazione delle domande di trasferimento del personale docente. Grazie all’importante risultato raggiunto dalla Cisl Scuola molti docenti bloccati per legge in una sede assegnata dal sistema informatizzato dal Ministero hanno potuto inoltrare domanda di mobilità con la speranza di ottenere una sede vicina al proprio nucleo familiare.

A livello nazionale sono oltre 20 mila i docenti assunti in ruolo nel 2020 e 2021 destinatari della possibilità che sarebbe stata loro negata se non ci fosse stata la lunga e tenace trattativa condotta con successo, a livello nazionale, dalla Cisl Scuola conclusa con la firma del Contratto Nazionale Integrativo a cui solo la nostra sigla ha aderito.

Anche nella nostra regione sono centinaia i docenti che possono sperare di avvicinarsi ai propri cari e che si sono rivolti, tra fine febbraio e metà marzo, alle nostre strutture dislocate in ogni provincia.

Sono madri o padri costretti a lasciare ogni giorno il proprio bambino dalle 5 del mattino al tardo pomeriggio o persone che avrebbero dovuto attendere qualche anno prima di sposarsi o risiedere nella stessa località.

Ora attendiamo, noi con loro, in trepidazione, gli esiti dei trasferimenti che saranno resi noti il 17 maggio.

Un altro importante successo è stato ottenuto con la proroga dei “contratti Covid” garantiti fino a giugno dal decreto-legge “Ucraina”. Alla soddisfazione per la proroga si aggiunge anche quella per la notizia, appresa per le vie brevi, che il Ministero si starebbe accingendo ad assegnare alle scuole le risorse per pagare i supplenti, avendo finalmente ricevuto i fondi necessari. Un ritardo considerevole, perché i pagamenti sono fermi al mese di novembre e si può ben immaginare con quali problemi per le persone interessate, il cui servizio è stato prezioso nell’emergenza pandemica.

Il ritardo nel pagamento dei supplenti si ripropone in modo ricorrente, segno che la gestione finanziaria delle supplenze è tutt’altro che rispettosa del diritto alla giusta e tempestiva retribuzione dei lavoratori. Serve una misura risolutiva, perché così non si può continuare.

E’ una questione di serietà, oltre che di giustizia.