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MIGRANTI E AGRICOLTURA: UN PROGETTO EUROPEO CONTRO LO SFRUTTAMENTO

5 le regioni italiane coinvolte. Per il Friuli Venezia Giulia c’è anche la Fai Cisl.  Obiettivo, prevenire e contrastare il lavoro irregolare e lo sfruttamento.

 Si chiama PINA-Q e punta a promuovere percorsi di inclusione attiva nel settore agricolo, per i migranti extracomunitari, con regolare permesso di soggiorno: il progetto europeo, finanziato dal Fondo Asilo Migrazioni e Integrazione (FAMI) coinvolge cinque regioni italiane, tra cui anche il Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare il lavoro irregolare e lo sfruttamento nel settore agricolo, che si contraddistingue, anche nella nostra regione, per la prevalenza di rapporti di lavoro instabili, di breve durata e per l’accentuata stagionalità. Un obiettivo che il progetto punta a raggiungere attraverso diversi interventi gratuiti ad ampio raggio, che vanno dalle azioni legate all’inclusione lavorativa, come, ad esempio, l’orientamento al lavoro, i corsi di formazione e la tutela legale in caso di situazioni di irregolarità, ai percorsi di orientamento alla casa, passando per il supporto psicologico.

“Si tratta di un progetto estremamente significativo perché contribuisce in termini concreti, ovvero attraverso l’incremento delle competenze e delle conoscenze in materia di diritti, del lavoro agricolo e della lingua italiana, a migliorare le condizioni di quei migranti che vogliono lavorare in agricoltura regolarmente. In questo modo generando anche valore anche per l’intera comunità” – spiega Claudia Sacilotto, segretaria della Fai Cisl, partner, assieme a Cefap, Coop.Soc. Lybra e Codess, della compagine del Friuli Venezia Giulia.

Il primo step del progetto, affidato proprio alla Fai Cisl, prevede l’individuazione dei beneficiari, attraverso la somministrazione di un questionario finalizzato a raccogliere le necessità dei migranti ed in qualche modo a mapparle per poi tradurle in azioni mirate di supporto. I questionari saranno distribuiti in tutte le sedi della Fai ed, in particolare, nei recapiti di Codroipo, Cormons, Rauscedo e Spilimbergo. L’indagine, svolta nel pieno rispetto della privacy, è aperta a tutti gli interessati.

Oggi l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia, assieme al turismo e all’edilizia, è il settore con maggiore occupazione di cittadini immigrati e il dato delle imprese individuali (indagine del Centro Studi e Ricerche IDOS) evidenzia come l’agricoltura raccolga il 4,4% degli immigrati titolari di un’impresa individuale. Questo dato nasconde, purtroppo, un fenomeno di “somministrazione di lavoro a tempo indeterminato” illegale cioè Imprese agricole che si affidano a imprese individuali avviate da immigrati per reclutare manodopera a basso costo. Non ultimo il fenomeno del lavoro transfrontaliero in cui tutto è affidato ad imprese d’oltre confine, permettendo un chiaro dumping contrattuale.

Il progetto “PINA – Q: Promozione di percorsi di inclusione attiva nel settore agricolo di qualità” vede come capofila Asad Cooperativa Soc

iale di Perugia. Oltre al Friuli Venezia Giulia le regioni interessate sono l’Umbria, le Marche, il Lazio e la Lombardia.