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La Fim: «Va fatta subito chiarezza sul futuro di Domino»

Una richiesta di incontro urgente, «in teleconferenza se necessario, con il management aziendale con lo scopo di condurre a chiarezza il percorso in atto, anche rispetto ai contenuti dell’ultima riunione Domino-Sanitec-Rsu aziendali in cui la vendita di Domino non era un segreto». E’ la posizione espressa dalla Fim-Cisl dopo la notizia relativa alla possibile vendita dell’azienda spilimberghese da parte di Sanitec. «Apprendiamo dalla stampa che la Domino è stata posta in vendita. Non ci pare sia una novità – spiega Massimo Albanesi della Fim – visto il “chiacchiericcio” che se ne fa da mesi in azienda, collegato a dubbi, nomi di diverse aziende e soprattutto incertezze sulle prospettive per gli occupati». Seppure Domino, a ieri, non abbia ancora ufficializzato nulla, «gli ultimi incontri sindacali effettuati, e quelli che non sono stati fatti, presentano i “sintomi” di un’azienda che potrebbe essere posta in vendita – considera Albanesi –. Ricordiamo che nell’autunno 2009 l’azienda Sanitec, negando una possibile vendita, ha comunque dichiarato di volere investire molto poco in Domino nel 2010 e di preferire concentrarsi sull’arredo bagno, come nuova strategia di business, assieme ai box nuovi (francesi) e ai piatti doccia (Spilimbergo). Crediamo non sia una novità il core business di Sanitec: la ceramica. In seguito a quella riunione – prosegue il sindacalista – avevamo, dopo le assemblee, fissato un incontro a metà dicembre con le massime cariche aziendali per fare il punto della situazione su mercato, cassa integrazione e prospettive. L’incontro, qualche giorno prima della data fissata, è stato annullato dall’ufficio del personale di Domino con una semplice mail. Abbiamo unitariamente tentato di organizzare l’incontro nei mesi successivi, anche proponendo una teleconferenza con il capo del personale, che è francese, ma senza risultato. Siamo a conoscenza del fatto che, nei giorni scorsi, questo capo del personale era presente a Spilimbergo e ha incontrato le Rsu. I contenuti di quei colloqui, per quel che ci riguarda, sono stati riferiti a coloro che ci hanno contattato, iscritti in primis». Per Albanesi, l’azienda sull’argomento preferisce non soffermarsi, e la cosa «ci preoccupa non poco, visto che la mancanza di chiarezza rispetto alle prospettive dello stabilimento, l’insufficienza del sistema di relazioni sindacali, la cassa integrazione ordinaria e la mobilità in corso sono elementi che alimentano la preoccupazione di tutte le maestranze, operai e impiegati». Da qui la necessità di un incontro chiarificatore urgente.