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FIM CISL ISONTINA: SUL NOSTRO TERRITORIO SFIDE PESANTI CONTRO LA CRISI

 XVII congresso dei metalmeccanici
Riconfermato alla guida della categoria, Gianpiero Turus

Sono “sfide pesanti” quelle che attendono i metalmeccanici del territorio isontino, colpito da una “crisi gravissima”, contro la quale saranno necessari il massimo impegno, concretezza ed unità d’azione. Il messaggio forte è stato lanciato a Cormons, durante il XVII congresso della Fim isontina con il segretario nazionale Emilio Lonati, da Gianpiero Turus, riconfermato alla guida della categoria.

Una crisi – commenta il segretario neo eletto – ben espressa dalla Eaton che, da un lato, segna il crollo del mercato dell’automotiv, e, dall’altro, evidenzia la difficoltà, se non impossibilità, di incidere sulle multinazionali, disinteresssate a salvaguardare e rilanciare il territorio”.

Eaton, ma non solo nella lista nera di Turus: Carraro, Astrel, Spei Orion, New system, accanto ad alcune realtà dove invece che fare passi avanti se ne fanno molti indietro. “Penso alla Sbe, dove nel ’99, anticipando tutti, eravamo riusciti a trovare una soluzione alternativa alla mobilità, siglando un accordo sulla flessibilità d’orario per far lavorare, meno, ma tutti e scongiurare la cassa integrazione.

Un accordo scaduto a dicembre scorso e non ancora rinnovato per alcune clausole peggiorative proposte dall’azienda, ma che forse troverà esito nella riapertura del tavolo”. Ma c’è anche il caso della MW, nata sulla Finmek e che oggi non pratica appieno le relazioni sindacali, con atteggiamenti di chiusura.

A rischio – secondo Turus – soprattutto l’occupazione femminile, penalizzata da una serie di difficoltà, prima tra tutte quella delle aziende di concedere il part time, e gli immigrati, “sfruttati nelle ditte d’appalto di Fincantieri” e che, come i globalisti, accettano, pur di lavorare, anche di uscire dalle regole del mercato.

“Occorrono – rincara Turus – politiche industriali serie, ma anche la precisa volontà di salvaguardare il territorio, con la sua occupazione di qualità, a partire dall’elettronica, ormai, lasciato andare il tessile,  l’unico sbocco possibile per le donne”.

Tuttavia, la ricetta prevede l’elaborazione di una strategia economica di prospettiva, anche a livello centrale. “Massima flessibilità della manodopera e abbattimento del costo del lavoro stanno condannando il nostro sistema produttivo: i veri fattori di sviluppo e competitività vanno cercati altrove, nell’aumento della spesa pubblica e privata sulla ricerca, la formazione e l’istruzione, nel raccordo della stessa ricerca con il mondo dell’industria, nella definizione di forme nuove di salario sociale”.

Poi, l’appello alla Cgil: “La crisi ci impone un’azione comune sulla base di un progetto costruttivo permeato da elementi positivi di pluralismo”. Pur nelle divisioni ideologiche e nelle posizioni diverse (a partire dalla riforma della contrattazione) accentuate dalle vicende degli ultimi contratti – è il messaggio –  occorre recuperare un fronte comune per contrastare la crisi, ma anche partire cruciali come la lotta all’evasione fiscale e la sicurezza nei luoghi di lavoro oggi minata da 1.300 morti all’anno (in provincia si aggiunge il problema irrisolto dell’amianto) e dalla convinzione delle aziende che proprio la sicurezza sia un costo accessorio.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg