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FERRIERA SERVOLA, AL MISE NON SI DIRADANO LE PREOCCUPAZIONI

A seguito dell’incontro tenutosi al Mise, non possiamo che confermare tutte le preoccupazioni che abbiamo espresso, da più di un anno oramai, circa il rischio derivante dalla chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola. Oltre alle istituzioni locali, che ne sostengono la chiusura da parecchio tempo, si è aggiunta la proprietà che, unico elemento di novità dell’incontro odierno, ha confermato di voler procedere con la cessazione delle attività dell’area a caldo. Il tutto a vantaggio di uno sviluppo delle attività a freddo. Tutto ciò oggi non è supportato da un piano industriale che ci permetta di esprimere una valutazione di merito. Ne tantomeno le istituzioni sono state in grado di presentare un progetto nel quale si parli di ricollocamento dei lavoratori e di opportunità concrete di riqualificazione dell’area che, a nostro parere, deve essere di carattere industriale e non esclusivamente logistico. Per questi motivi non possiamo che esprimere estrema preoccupazione per uno scenario che si prefigura con poche certezze e qualche buono quanto scontato intento. In questo contesto non può essere sufficiente la dichiarata volontà da parte del neo ministro di focalizzare l’attenzione del governo su una vicenda che rischia, se mal gestita, di mettere a serio rischio il futuro lavorativo di centinaia di posti di lavoro. Abbiamo ribadito ai presenti che il sindacato potrà discutere di riqualificazione dell’area e delle maestranze solo dopo un piano che garantisca piena occupazione e la prosecuzione delle attività industriali.
Le Segreterie Territoriali di FIM FIOM UILM e le RSU della Ferriera di Servola