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CISL, TRIESTE E GORIZIA DIVENTANO UN’UNICA REALTA’

Passaggio storico per la Cisl, con l’accorpamento – sancito stamani a Monfalcone – dei territori e delle strutture di Trieste e Gorizia. Nel corso del primo giorno congressuale (domani si chiuderanno i lavori con l’elezione del nuovo segretario generale) i 143 delegati hanno formalmente detto sì alla nuova esperienza. Si tratta di un’operazione – commentano i segretari dei due territori, Umberto Brusciano per Gorizia, e Luciano Bordini, per Trieste – importante e non solo motivata da ragioni di razionalizzazione, ma soprattutto dalla necessità di essere ancora più vicini ai lavoratori e pensionati, capaci di dare risposte concrete e pronte a problemi sempre più trasversali tra aree geografiche e di filiera. Insomma, una nuova pagina per la Cisl, ma gli obiettivi di sempre anche per quanto riguarda il territorio, da oggi complessivamente inteso: vale a dire ritrovare competitività e ridare vita ad un manifatturiero lasciato a se stesso. L’elenco delle crisi è noto – da Sertubi a Eaton, passando per la Ferriera di Servola, ma anche per i comparti del commercio e del turismo. Altrettanto chiara è la proposta del Sindacato: stringere un nuovo patto sociale per il lavoro, tutti assieme: parti sociali, politica, imprenditori. Solo con un’asse forte di questo tipo e sotto l’ombrello della responsabilità, si potranno trovare finalmente soluzioni, non per tamponare la crisi, ma soprattutto per costruire modelli di sviluppo duraturi, credibili ed efficaci. Via libera, dunque, anche in Friuli Venezia Giulia al taglio degli sprechi e dei costi impropri per recuperare risorse; via libera alla semplificazione burocratica e degli enti, snellendo anche i rispettivi cda, oltre ad una battaglia serrata contro il lavoro nero e l’evasione fiscale, da cui non siamo certo esenti. Per la Cisl c’è da fare e fare di più. C’è da offrire nuovi assets alle imprese, a partire dalle infrastrutture (inutile tornare sulla questione del superporto), dagli escavi dei canali portuali, ma anche da una diversa attrattività, anche turistica, di zone già di per sè avvantaggiate. "Pensiamo – spiegano Brusciano e Bordin – ad interventi complessivi, dall’industria al turismo per fare in modo che la regione torni ad essere terreno fertile di investimenti, anche dall’estero. Come a dire, basta alla politica del "no se pol" e dei campanili, perchè non è pensabile che. Ad esempio si Trieste, l’ultima grande azienda impiantata rimane sempre Pasta Zara. Di fronte alle migliaia di aziende che chiudono o stanno facendo ricorso agli ammortizzatori sociali, servono, quindi, risposte propositive e di prospettiva e questo per la nuova Cisl non può che significare nuove relazioni industriali e partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, contrattazione di secondo livello, attenzione ai distretti, assieme a politiche attive del lavoro e alla capacità di valorizzare i punti di forza, che vanno dalla posizione geografica e specialità, che però vanno arricchite di nuovi significati ed input, alla ricerca, purtroppo ancora marginalizzata, nonostante le eccellenze fatte di ricercatori ed istituti.

I lavori – dopo il dibattito odierno, presieduto dal numero uno della Cisl Fvg, Giovanni Fania – riprenderanno domani e si chiuderanno con l’elezione del segretario generale. Candidato al ruolo, l’uscente di Gorizia, Umberto Brusciano.
 

 

Chiuso oggi a Monfalcone il congresso dell’accorpamento

CISL TRIESTE GORIZIA, UMBERTO BRUSCIANO

ALLA GUIDA DELLA NUOVA UNIONE SINDACALE

Passaggio storico per il Sindacato. Eletta anche la segreteria "a quattro"

 

Il primo congresso della nuova Cisl Trieste Gorizia, nata dall’accorpamento siglato ieri tra le unioni sindacali dei due territori, si è chiuso oggi con l’elezione di Umberto Brusciano a segretario generale. Con lui in squadra, Maria Teresa Bertelli, Fabio Kanidisek e Gioacchino Salvatore.

L’esito elettorale è arrivato al termine di una intensa mattinata di lavori – presieduta dal segretario della Cisl Fvg, Giovanni Fania – e scandita dalle decine di interventi dei 143 delegati, in rappresentanza di tutte le categorie. Leit motiv – così come delle relazioni di ieri sia di Brusciano sia dell’uscente di Trieste, Luciano Bordin – la crisi, ma anche le prospettive di crescita e di sviluppo di un’area, complessivamente intesa, dalle grandissime potenzialità.

"Con questo congresso – commenta Brusciano – segnamo un passaggio storico per la nostra organizzazione, dettato non solo da ragioni di razionalizzazione, ma soprattutto dalla necessità di essere ancora più vicini ai lavoratori e pensionati e capaci di dare risposte concrete e pronte a problemi sempre più trasversali tra aree geografiche e di filiera".

Insomma, una nuova pagina per la Cisl, ma gli obiettivi di sempre: vale a dire ritrovare competitività e ridare vita ad un manifatturiero lasciato a se stesso, attraverso la condivisione con la politica e gli imprenditori di un forte patto sociale per il lavoro.

Solo, infatti, con un’asse forte di questo tipo e sotto l’ombrello della responsabilità, si potranno trovare finalmente soluzioni, non per tamponare la crisi, ma soprattutto per costruire modelli di sviluppo duraturi, credibili ed efficaci. "Pensiamo – spiega ancora Brusciano – ad interventi complessivi, dall’industria al turismo per fare in modo che la regione torni ad essere terreno fertile di investimenti, anche dall’estero". Come a dire, basta alla politica del "no se pol" e dei campanili, perchè non è pensabile che. Ad esempio si Trieste, l’ultima grande azienda impiantata rimane sempre Pasta Zara.

Di analogo tenore l’intervento conclusivo della nazionale Anna Maria Furlan, che, all’indomani dell’esito delle elezioni "romane" e degli scandali Mps, sprona: "Il sindacato deve continuare a denunciare la speculazione fine a se stessa e l’assenza di regole, altrimenti il rischio è che i prossimi anni scoppi un’altra bolla". E poi l’appello alla politica, non quella degenerata dei party e degli sprechi, ma quella onesta, a fare subito le riforme necessarie al Paese. Chiare – per la segretaria confederale – le priorità da affrontare con immediatezza: lo sblocco dei 57 miliardi già stanziati e deliberati per le grandi e piccole infrastrutture, riforma del fisco, snellimento dei livelli istituzionali e tagli ai costi della politica, lotta all’evasione (che in Italia cannibalizza 150 miliardi l’anno) anche per recuperare le risorse per il lavoro e per premiare le aziende virtuose; riforma elettorale.

Ufficio stampa Cisl Fvg