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CODROIPO: LA CISL FVG PIANGE PER L’ENNESIMO FEMMINICIDIO

Ancora violenza in Friuli Venezia Giulia, ancora un femminicidio, questa volta a Codroipo (Ud), dove una giovane donna e mamma ha perso la vita per mano del marito, mentre le loro due bambine dormivano, ignare, nella camera accanto.

Mentre in Italia diminuiscono gli omidici, i femminicidi ed i reati di violenza contro le donne restano purtroppo stabili, nonostante le leggi varate nel tentativo di debellare l’odioso fenomeno. “Siamo di fronte ad un’escalation contro le donne che ci preoccupa molto e che ci interroga su cosa stia accadendo nella nostra società, alle relazioni tra le persone, al vivere civile, alla capacità di saper amare, lasciando libero l’altro” – commentano Renata Della Ricca e Iris Morassi rispettivamente responsabili CISL e FNP dell’Udinese e Bassa Friulana.

Eppure, nonostante l’impegno profuso da tante associazioni –  Cisl compresa – centri antiviolenza, forze dell’ordine, istituzioni, nel contrastare ogni forma di violenza e nel diffondere idee e cultura del rispetto, assistiamo attoniti ad un’altra sopraffazione, che segna come ancora non basti quello che si sta facendo.

“Non siamo più di fronte ad un’emergenza – sostiene la segretaria Cisl Fvg, Claudia Sacilotto – ma abbiamo a che fare con una violenza ormai continua, gravissima, cambiata anche nei suoi profili: una violenza immediata che non dà alla vittima neanche il tempo necessario di averne coscienza e prendere precauzioni.  Si tratta di femmicidio visto come soluzione, un fenomeno aberrante”.

Sgomenta anche la coordinatrice delle Donne della Cisl Fvg, Alessai Cisorio: “E’ incomprensibile che un uomo non riesca ad accettare che una donna possa esistere anche senza di lui, che possa essere libera di scegliere e che questa libertà possa essere intesa come una minaccia, un rifiuto come un’umiliazione inaccettabile da far pagare con la stessa vita”.

Non ci stancheremo – prosegue la nota della Cisl Fvg – di dire ed impegnarci per trovare nuove strategie educative, per educare e insegnare, con tutti i mezzi a disposizione, i valori della tolleranza e della consapevolezza di sé: scuola e famiglia devono muoversi ed agire assieme e l’una non si può sostituire all’altra.

A nostro avviso – concludono Sacilotto e Cisorio, portando la vicinanza della Cisl alla famiglia della vittima – la violenza sulle donne non terminerà finché non ci sarà una nuova consapevolezza anche da parte degli uomini: la fine di una relazione affettiva non è un fallimento, ma qualcosa che può succedere e soprattutto che si supera. Nessuno li vuole forti a prescindere, quando si trovano in difficoltà possono chiedere il supporto necessario alla propria famiglia, agli sportelli antiviolenza, ai medici di base e anche alle forze dell’ordine. Chiedere aiuto è segno di forza e di maturità. E’ questo il salto culturale su cui dobbiamo tutti fare squadra.