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MONTAGNA FRIULANA, RIPARTIRE DALLA LEADERSHIP (CHE OGGI MANCA)

La Cisl dell’Alto Friuli ha un nuovo coordinatore: è Maurilio Venuti. Scuola e mobilità, le prime urgenze su cui intervenire in montagna.

Quella che manca alla montagna è una vera e duratura leadership, capace di governare e intervenire in modo deciso e fortemente identitario su un territorio sempre più a rischio di marginalizzazione. E’ la Cisl del Friuli Venezia Giulia a porre l’accento su di una governance ad oggi assente e sulla necessità, se non urgenza, di mettere mano ad alcune criticità ormai croniche. Prima fra tutte – a chiarirlo è il nuovo coordinatore della Cisl dell’Alto Friuli, Maurilio Venuti – quella legata all’istruzione. “Stando alla delibera regionale sul piano di dimensionamento delle rete scolastica per l’anno 2020-2021, già dal prossimo anno dobbiamo aspettarci la chiusura dei plessi di scuola primaria e di scuola secondaria di 1° grado a Comeglians, segnale che evidenzia il grave problema del calo demografico che minaccia il territorio e le conseguenze che mettono a rischio la presenza di importanti presidi sociali e culturali” – spiega il neo coordinatore. “Un segnale che non può che preoccuparci, assieme alla circostanza che, sempre rimanendo sul tema scuole, molti edifici scolastici risultano chiusi per i lavori riguardanti l’adeguamento degli edifici alle norme antisimiche: chiaro che la sicurezza degli allievi e del personale va garantita e viene prima di tutto, ma sollecitiamo la Regione e le amministrazioni locali ad effettuare in tempi rapidi i controlli, per non aggravare ulteriormente il disagio della popolazione, anche rispetto alla mobilità imposta per raggiungere altri plessi”. Quanto alla mobilità, è sempre Venuti ad incalzare, rilanciando e sollecitando l’avvio del progetto sperimentale, già inserito nel piano delle Aree Interne, di trasporto di lavoratori e dipendenti dalle proprie zone di residenza ai siti produttivi presenti nel comune di Tolmezzo: tale modalità, infatti, oltre a venire incontro alle esigenze dei lavoratori interessati rientrerebbe in un progetto di sostenibilità ambientale con meno emissioni e polveri sottili e potrebbe costituire un modello virtuoso da replicare anche in altri comuni montani. “Occorre iniziare davvero a farsi interpreti dei reali bisogni della montagna – aggiunge il segretario della Cisl Fvg, Franco Colautti – sapendo però che le politiche da sole non bastano, ma serve una leadership che sappia superare in modo positivo il grande problema culturale che oggi ruota attorno alla montagna. E su questo ci piacerebbe che venisse aperto un ragionamento sulla montagna, partendo dalle vocazioni dei vari comprensori, rafforzando quelle esistenti e al contempo potenziando quelle emergenti: così, ad esempio, quella manifatturiera per quanto riguarda l’Alto Friuli”. “Per questo – conclude Colautti – ci aspettiamo molto anche da Officina Montagna che verrà prossimamente avviata all’interno di Cantiere Friuli dall’Università di Udine, cui la Cisl ha dato adesione, che potrà aiutare nella costruzione di un nuovo protagonismo del territorio, ma anche dai provvedimenti previsti da SviluppoImpresa, ovvero l’istituzione del cluster del turismo che riguarderà da vicino anche la montagna e il rilancio dell’albergo diffuso come strumento per mantenere vivo il territorio. Certo sono misure a cui si dovranno dare gambe e che auspichiamo siano soltanto una prima attenzione verso un comprensorio che non può essere abbandonato a se stesso”.