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UEPE, ORGANICI ALL’OSSO E PRATICHE IN AUMENTO

Situazione di “grave disagio lavorativo” per l’ufficio UEPE (Ufficio Esecuzioni Penali Esterne) di Udine-Pordenone e Gorizia.
La denuncia arriva dalle categorie della Funzione Pubblica di Cgil e Cisl – stamani in conferenza stampa – che puntano il dito sull’ormai cronica riduzione degli organici, determinata dal mancato turn over. “La conseguenza – spiegano rispettivamente per la Fp Cgil di Udine e per la Cisl Fp del Friuli Venezia Giulia, Claudio Alpini e Salvo Montalbano – è il raggiungimento di carichi di lavoro inaccettabili, che compromettono sia l’organizzazione del lavoro, sia la tutela psicofisica dei lavoratori, disattendendo alle più elementari norme sulla sicurezza nei posti di lavoro”.
Per chiarire, bastino alcuni numeri riferiti all’ufficio di Udine, dove i casi in carico – 2.630 nel 2013 – sono impennati nei primi cinque mesi del 2014, raggiungendo già quota 1.995.
Dal 2013 – si legge in una nota congiunta di Cgil e Cisl – la nuova geografia giudiziaria, che ha comportato la soppressione del Tribunale di Portogruaro e il passaggio delle competenze a quello di Pordenone, ha allargato il bacino territoriale di Udine, che ora si estende a parte della provincia di Venezia (11 Comuni) con un ulteriore carico per Udine di 77 procedimenti. In più, l’ultimo provvedimento legislativo, ovvero la legge la 67/2014, che prevede l’applicazione della cosiddetta “messa alla prova”, ha dato il “colpo di grazia” all’Ufficio di Udine, attualmente non in grado di assolvere in maniera compiuta il lavoro, visto lo scarso numero di addetti in organico.
L’UEPE di Udine, infatti, ad oggi può contare su 9 assistenti sociali, di cui solo 4 effettivi e a tempo pieno e 2 a tempo parziale.
“Denunciamo – incalzano Alpini e Salvo Montalbano – la situazione gravissima in cui da anni l’UEPE di Udine è costretto ad operare, svilendo le importanti funzioni istituzionali previste e riducendo la qualità degli interventi professionali, a volte sacrificati ad azioni quasi “formali”, sicuramente di scarso impatto in relazione ad un mandato istituzionale e governativo che ha a che vedere col recupero delle persone, con la sicurezza sociale e l’azione ripartiva (altamente innovativa) delle vittime dei reati e, in loro assenza, della collettività”.

Nota di approfondimento
L’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Udine, competente per i territori delle tre provincie di Udine, Gorizia e Pordenone (ovvero l’intera Regione tranne la Provincia di Trieste), nonché per i 4 Istituti Penitenziari di Udine, Gorizia, Pordenone e Tolmezzo, da sempre opera con un organico di assistenti sociali numericamente ridotto rispetto alle piante organiche stilate negli anni ’80 e aggiornate nel 2004. Tali organici, che prevedevano 24 assistenti sociali in carico al Servizio, non hanno mai superato la metà del numero stabilito, obbligando il personale – il cui lavoro ha mantenuto nel tempo un livello di qualità – a condizioni lavorative particolarmente inique e stressanti prolungate nel tempo (obbligo delle sostituzioni anche in caso di maternità dei colleghi, obbligo alla “reggenza” dell’Ufficio durante le assenze della Dirigente, ecc.); si rileva inoltre che nell’arco di 9 anni sono decedute due assistenti sociali, una delle quali nel novembre 2013, mai sostituite. Inoltre, un operatore amministrativo che si trovava in malattia da circa 1 anno, risulta deceduto nel settembre 2013.

Negli ultimi anni, a seguito dei provvedimenti governativi “urgenti”, finalizzati alla drastica riduzione della popolazione detenuta, abbiamo assistito ad un vorticoso aumento di misure alternative alla detenzione, dovute alla applicazione, in successione, dei vari Decreti “svuota carceri”, che altro non sono stati che uno spostamento dell’utenza da una condizioni intra ad una extra muraria. A fronte del sovraffollamento degli Istituti Penitenziari, abbiamo assistito ad un adeguamento del personale di Polizia Penitenziaria, ma mai ad un riassestamento del personale degli UEPE, che dal 2010 ad oggi hanno aumentato vertiginosamente l’utenza in carico, anche grazie all’applicazione dell’art. 186 del Codice della Strada, per quanto riguarda gli aspetti di rilevanza penale.

Dal 2013 la nuova geografia giudiziaria, che ha comportato la soppressione del Tribunale di Portogruaro e il passaggio delle competenze a quello di Pordenone, ha allargato il bacino territoriale di Udine, che ora si estende a parte della provincia di Venezia (11 Comuni) con un ulteriore carico per Udine di 77 procedimenti.

Il carico di lavoro dell’UEPE di Udine è salito, dal numero di 2.630 persone “seguite” nell’anno 2013 al numero di 1.995 nei soli primi 5 mesi del 2014.

L’ultimo provvedimento legislativo, la L. 67/2014, che prevede l’applicazione della “messa alla prova”, ha dato il “colpo di grazia” alla situazione di tutti gli UEPE a livello nazionale, ma in particolare al nostro Ufficio di Udine, assolutamente non in grado di assumere l’onere della nuova norma, né dal punto di vista della nuova utenza né della tipologia di lavoro che essa comporterà. Si tratta infatti di una Legge che prevede una “svolta epocale” rispetto al precedente Ordinamento Penitenziario, che richiede il coinvolgimento di diversi attori ed un assetto che prevede – tra le altre – il coinvolgimento ed una specifica collaborazione con i Tribunali Ordinari, le istituzioni territoriali, pubbliche e private, nella gestione dei programmi individualizzati (lavori di pubblica utilità) e interventi di mediazione con le vittime dei reati, finora mai contemplati tra le competenze degli assistenti sociali dell’UEPE, e che esigerebbero un’adeguata formazione specifica.

Il carico di lavoro dell’UEPE, secondo le stime del provveditorato Regionale di Padova, subirà un aumento dell’80% nell’arco di pochi mesi, nell’applicazione del nuovo Istituto giuridico.

L’UEPE di Udine, oggi, conta su 9 assistenti sociali, di cui solo 4 effettivi e a tempo pieno; degli altri, 2 sono distaccati e a tempo parziale, 1 svolge mansioni di Direttore delegato (il Dirigente, in quiescenza dal 31.12.2012, non è stato sostituito) e di responsabile di Area di servizio sociale, con 179 procedimenti in carico. Si precisa che due funzionari di servizio sociale non svolgono mansioni a contatto diretto con l’utenza. In tal senso si sottolinea la grave inadempienza dell’Amministrazione Penitenziaria che dalla fine del 2012 non ha assegnato l’incarico, nonostante le ripetute sollecitazioni della Direzione reggente, del medico della sorveglianza ai sensi del D.to Leg.vo n. 81/08 e successive modifiche. Negli ultimi 2 anni abbiamo potuto contare sul supporto di alcune assistenti sociali assunte (5 nel primo anno e 3 nel secondo) con contratto di collaborazione per 13 ore alla settimana; tali collaborazioni, tuttavia, costituiscono un puro “supporto palliativo”, peraltro con contratto in convenzione in scadenza al 30.06.2014. Riteniamo che queste ultime forme di collaborazione, provenienti dagli UEPE viciniori, NON siano efficaci ma producano, al contrario, una serie di difficoltà organizzative e logistiche non sostenibili nel lungo tempo.

Facciamo presente che gli stessi assistenti sociali devono garantire anche la sostituzione della direzione, ogniqualvolta si assenti la collega “delegata”.

In conseguenza di quanto detto, evidenziamo che attualmente 4 assistenti sociali assieme a 2 assistenti sociali in distacco e in part-time (con qualche minimo intervento di collaborazione) stanno seguendo 1.785 persone, che sono iniziate le richieste di messa alla prova, senza che sia stato previsto un potenziamento degli organici, né che sia svolta alcuna azione formativa ai Direttori e agli assistenti sociali, questi ultimi principali attori nella predisposizione dei programmi socio riabilitativi e risarcitori, con rischi elevati rispetto anche alla propria tutela professionale, sanitaria e giudiziaria, personale.

L’UEPE di Udine, pertanto, denuncia la gravissima situazione in cui da anni è costretto ad operare, svilendo le importanti funzioni istituzionali previste e riducendo la qualità degli interventi professionali, a volte ridotti ad azioni quasi “formali”, sicuramente di scarso impatto in relazione ad un mandato istituzionale e governativo che ha a che vedere col recupero delle persone, con la sicurezza sociale e l’azione ripartiva (altamente innovativa) delle vittime dei reati e, in loro assenza, della collettività.

Ufficio stampa Cisl FVG