Solo un’impresa su 5 farà assunzioni – Il rapporto Unioncamere
«Basta bugie». È l’appello che il segretario della Cisl, Roberto Muradore rivolge alla politica. «Si può avere opinioni diverse su come affrontare questa crisi e sulle cause – sostiene –, ma di certo non ci sono dubbi sul fatto che la crisi non è finita. Nei nostri uffici non discutiamo più di contratti e condizioni, ma soltanto di cassa integrazione e posti di lavoro che se ne vanno».
Impietoso il quadro tracciato dai sindacati prendendo in esame l’ultimo report dell’Agenzia regionale del lavoro che in maggio ha registrato un nuovo record delle ore di cassa concesse in Friuli Vg: ben 2 milioni e 718 mila, peggio che nei mesi “neri” del 2009 di luglio e ottobre, quando era stato superato il muro dei 2 milioni e 600 mila.
Ma a preoccupare di più la Cisl non è il numero complessivo delle ore quanto piuttosto la tipologia dell’ammortizzatore sociale. La cassa straordinaria infatti è esplosa con un incremento del 756% (3 milioni e 361 mila ore contro 392 mila) confrontando il periodo gennaio-maggio di quest’anno con lo stesso arco di tempo del 2009. «E questo è un dato che deve far riflettere – dice Muradore – perché conferma in modo inequivocabile non soltanto che la crisi è ancora in atto, ma che è diventata cronica. I problemi da affrontare quindi sono strutturali».
E nel breve termine la situazione non sembra destinata a cambiare in modo drastico. Secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere infatti, in Friuli Venezia Giulia solo il 20,1% delle imprese ha dichiarato la propria intenzione di procedere con nuove assunzioni entro la fine del 2010. Ma la media è il prodotto di realtà diverse, più o meno dinamiche e “ottimiste”. Trieste, per esempio, ha il 24,4 delle aziende che apriranno le porte a nuova occupazione; a Gorizia le aziende sono il 20,2%, a Udine soltanto il 19,7%, mentre Pordenone è fanalino di coda con il 18,2%. Disponibili ad assumere sono soprattutto le aziende di maggiore dimensione, sopra i 50 addetti che nella provincia di Udine sono in minoranza. (c.r.)
MERCOLEDI’ 18 AGOSTO 2010
Cgil, Cisl e Uil chiedono un piano per far ripartire l’economia e lanciano l’allarme: a rischio ci sono più di 7 mila posti nella sola provincia di Udine
I sindacati: dramma annunciato, troppi senza futuro
Il segretario Muradore: «La crisi ha colpito tutti i settori e ricollocarsi è sempre più difficile»
di CRISTIAN RIGO
«Una tragedia, per fortuna solo sfiorata, ma sicuramente annunciata». I sindacati non hanno dubbi. Da tempo vanno denunciando il rischio che la crisi da economica diventi sociale perché troppe sono le famiglie friulane in difficoltà. Operai, ma anche impiegati, liberi professionisti, persino imprenditori. «Perché rispetto alle altre crisi – dice il segretario della Cisl, Roberto Muradore – questa volta sono coinvolti tutti i settori. E così non c’è la possibilità di trasferirsi dall’industria all’agricoltura o al terziario e viceversa.
Dal manifatturiero al commercio, senza dimenticare l’edilizia, le difficoltà non mancano, i numeri parlano chiaro. Quello che manca invece è il lavoro». E se fino a oggi a sostenere le persone rimaste senza lavoro c’erano gli ammortizzatori sociali, domani la disoccupazione diventerà reale. «E per molte famiglie, senza nemmeno l’assegno della cassa integrazione – ripetono da tempo Cgil, Cisl e Uil – sarà impossibile arrivare alla fine del mese». Ogni giorno, agli sportelli del sindacato e nei centri per l’impiego pure si presentano decine e decine di ex lavoratori in cerca di un’occupazione, ma le offerte sono poche. «Soprattutto per chi si trova in un’età avanzata – spiega Muradore – è più difficile ricollocarsi.
A 50 anni non è semplice ripartire da zero e imparare un altro mestiere e le aziende preferiscono assumere persone giovani da formare. Così per chi esce dal lavoro in quella fascia di età, le difficoltà sono ancora più grandi. Insieme alle donne e ai migranti sono sicuramente la categoria di lavoratori più penalizzata. Ed è chiaro che per chi ha una famiglia da mantenere e un mutuo o un affitto da pagare la disoccupazione diventa un dramma insostenibile che in alcuni casi evidenzia anche la fragilità dell’attuale modello di vita basato sul materialismo neo liberista e la mancanza di valori e principi che a mio giudizio sono concausa di questi gesti estremi».
Per cercare di favorire la ripresa, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto la stesura di un piano con l’obiettivo di rilanciare l’economia. «Ma – conclude Muradore – stiamo ancora aspettando una risposta concreta. E nel frattempo i disoccupati aumentano (soltanto nei primi 5 mesi dell’anno in provincia di Udine ci sono stati 1.432 licenziamenti, ndr) e la cassa integrazione straordinaria fa segnare valori record con aumenti del 756% (sempre nei primi cinque mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ndr): una vera e propria bomba a orologeria perché quando scadrà l’ammortizzatore sono più di 7 mila le persone che rischiano il loro posto di lavoro».