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SCUOLA, PRESIDI SOTTO ATTACCO

Non c'è pace per la scuola: dopo i docenti e il personale Ata, ora sotto attacco sono gli stessi dirigenti, vale a dire i presidi. In aperto contrasto con le norme del diritto del lavoro e la Costituzione, si vorrebbe, infatti, procedere per queste figure ad una decurtazione salariale e ad una retrocessione retributiva in nome di pretestuosi "recuperi" a livello nazionale e regionale.
"Ma non si era detto – tuona il segretario generale della Cisl Scuola Fvg, Donato Lamorte – che la scuola sarebbe finalmente ripartita dopo i tagli degli anni scorsi? E che il personale non avrebbe più subito le angherie e le mortificazioni della gestione Gelmini-Tremonti?".
SI colpisce ancora una volta la scuola – si legge in una nota della categoria cislina – quando continuano ad esistere esempi macroscopici di mala gestione della Pubblica Amministrazione. "Basti pensare – incalza Lamorte – al proliferare di dirigenti regionali, delle partecipate pubbliche, dei Ministeri, che, per livelli di responsabilità minimi, sono a capo di massimo 9 dipendenti, percependo per questo “carico di lavoro” redditi superiori a 100mila euro. Per non parlare delle consulenze e degli incarichi politici ad essi assegnati oltre ai loro compiti istituzionali".
"Ai presidi (145 in Friuli Venezia Giulia, escluse le reggenze) – spiega il sindacalista – da una parte si chiede un agrande responsabilità, quella cioè di impremire una direzione alla scuola, garantendo il successo degli istituti che ogni anno, tra l'altro, cambiano, si aggregano, si disaggragano e, dall'altra, si vuole penalizzarli nel loro riconoscimento economico". Per difenderli è già stato proclamato lo stato di agitazione, ma i dirigenti scolastico sono solo poco più di 8mila in Italia, non abbastanza perchè le loro rivendicazioni possano avere forza mediatica. Escluso al momento lo sciopeo, dato che le norme di garanzia e di autoregolamentazione prevedono che in tal caso i presidi siano sostituiti dai loro vice o dall'insegnante più anziano, "non resta che lavorare, attraverso il confronto e la trattativa concreta, affinché qualcosa cambi in tempi brevi, anche in prospettiva delle iniziative annunciate dall’attuale ministra per i prossimi mesi in funzione di un rilancio sostenibile della scuola come ad esempio la preannunciata Costituente a livello nazionale". "Certo è – incalza ancora Lamorte – che non sono più sostenibili i “balletti” tra MIUR e MEF, di sicuro non è più tempo di aspettare che i buoni propositi diventino azione politica, di certo la scuola non è più disposta a subire ulteriori umiliazioni, ma pretende attenzione ed rispetto, a cominciare dalla valorizzazione di tutto il personale, dirigenti compresi che, malgrado siano tutti sotto-pagati, impediscono al malconcio sistema scolastico italiano di inabissarsi". "Come Cisl intraprenderemo tutte le iniziative necessarie per difendere i legittimi interessi retributivi e professionali anche di questa categoria".

Ufficio stampa Cisl FVG