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San Floriano, duemila firme a difesa del parco

La Fai Cisl mette sotto accusa l’assessore regionale Violino: «Vuole degradare tutta la zona»


PORDENONE Posti di lavoro a rischio, ma anche il timore di perdere un’importante risorsa ambientale con ricadute economiche sui paesi vicini. Per questo il sindacato Fai Cisl lancia l’allarme per le sorti del parco di San Floriano, con una petizione che ha raggiunto le duemila firme. «Fino a oggi – denuncia il segretario Fai di Pordenone Andrea Menegoz – la Regione, che partecipa per il 51 per cento a questa società, non ha risposto alla sollecitazione rivolta dalla Fai Cisl di un incontro, assieme alla Provincia di Pordenone che possiede il restante 49 per cento, per esaminare la situazione e cercare possibili soluzioni». Di qui la raccolta di firme «Salviamo il parco di San Floriano e anche una petizione on line lanciata da privati cittadini su http://www.petizionionline.it/petizioni. Una prima bozza d’intesa vedrebbe la Provincia prendersi in carico, oltre alla gestione del parco, anche quella dell’azienda agricola "La Rinascita" di Spilimbergo e della Ricchieri di Fiume Veneto. Ma per l’ente di largo San Giorgio il problema resta quello di ottenere da Trieste la garanzia di un congruo supporto alla costosa gestione di San Floriano. «Mentre la Provincia e alcuni Comuni della pedemontana hanno mostrato forti segnali di approvazione verso questa petizione popolare – continua la Fai Cisl -, la Regione e l’assessore Claudio Violino non accennano ad assumersi l’onere e la responsabilità di mantenere un livello occupazionale adeguato, condannando l’area a un lento degrado che porterà a un inesorabile abbandono: abbandono che si ripercuoterà anche sui paesi limitrofi, che beneficiano di ricadute economiche grazie all’attrattiva del parco. Polcenigo senza il parco sarebbe un paese fantasma». Attualmente a prendersi cura dei 65 ettari del parco sono sei dipendenti: «Da studi di settore – continua Menegoz – questa superficie dovrebbe essere gestita da almeno dieci persone, e invece si paventa il licenziamento di tre: un taglio veramente irrisorio, che comporterebbe l’eliminazione di animali, la riduzione delle attività didattiche e alla fine l’abbandono del parco».